La manovra «scommette sulla crescita», e il Movimento 5 Stelle scommette sul ministro dell’Economia, Giovanni Tria, per il quale «non c’è in programma nessuna richiesta di dimissioni». Luigi Di Maio a Bruxelles attività istituzionale rassicura l’Europa e i mercati. Il vicepresidente del Consiglio parla della manovra che l’Italia dovrà presentare a breve alla Commissione, e mette in chiaro che l’attuale titolare del ministero di via XX settembre non è in discussione. «In tutti questi giorni in cui ho avuto modo di lavorare con Tria non ho visto né dogmi né paletti». Segno che non ci sono divisioni all’interno dell’esecutivo giallo-verde. Di Maio prova a ricucire strappi veri o presunti, e creare le condizioni per chiudere una manovra buona per il Paese e far così proseguire la legislatura. «E’ chiaro che si ci sono vedute differenti, ma bisogna superarle per continuare come governo».

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Espressioni, quelle usate dal ministro per lo Sviluppo economico, in linea con quelle usate da Tria al pubblico di Confcommercio. «Ovviamente ognuno può avere la sua visione, ma in scienza e coscienza, come si dice, bisogna cercare di interpretare bene questo mandato». Queste le parole del ministro dell’Economia. Di Maio usa lo stesso concetto per ribadire una sintonia che sembra essere messa in discussione. E smorza anche i toni delle polemiche con i tecnici del ministero dell’Economia, accusati di non lavorare per trovare le risorse di cui si ha bisogno. «Ci saranno sempre dei contraddittori tra politica e tecnici». Insomma, quello che avviene rientra nella normale attività di governo. «E’ chiaro che quando c’è un cambiamento politico così radicale ci sia una resistenza da parte dell’apparato. Sono sicuro che col tempo impareremo a conoscerci».

Di Maio dunque assicura sulla tenuta del governo, sulla sua stabilità e sulla sua intenzione a fare le riforme. Queste ultime per il leader pentastellato però vanno realizzate perché, dice, «o si fanno le cose, o non ne vale proprio la pena». Detto in altri termini, ancora più chiari: «Non ho intenzione di tirare a campare, è inutile».

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Le cose da fare Di Maio le elenca al termine dell’incontro con Mariya Gabriel, commissario per l’Economia digitale. Il vicepremier assicura «l’intenzione» di questo governo di rinnovare il programma industria 4.0 ma «abbassando i tetti d’accesso per permettere alle pmi di partecipare». Il ministero per lo Sviluppo economico intende creare un fondo ad-hoc per il sostegno allo sviluppo delle nuove tecnologie. E poi si punta sui diritti, «diritto di andare in pensione superando la Fornero, diritto per chi non ha lavoro a un reddito di cittadinanza momentaneo mentre si forma». E’ disposto anche a scendere a compromessi, Di Maio. «Finanzieremo tutti gli impegni del contratto di governo? No, ma quello che non vogliamo fare è scrivere nel Def cose che poi non verranno fatte».

In sintesi, la manovra italiana «scommette sulla crescita». Da una parte, ricorda, «il M5S non crede il che il Pil possa essere il solo indice di benessere». Dall’altra parte «ci sembra di capire che un po’ dappertutto sia superata l’idea di politiche di austerità», e di conseguenza il dialogo con Bruxelles «non preoccupa». Come governo del cambiamento «dobbiamo invertire la tendenza, migliorare la vita dei cittadini e convincere i mercati». Anche perché, ricorda, ,«le forze politiche , guardando solo ai numerimi e non ai cittadini, si sono autodistrutte».

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