«Siate sempre nella gioia del Signore»: cita San Paolo, monsignor Roberto Farinella, sul finire della Messa della sua ordinazione episcopale. Poi dà il via alla lunghissima lista di ringraziamenti. Ce n’è per chiunque, negli anni, gli sia stato vicino nel cammino di formazione spirituale, culminato nella chiamata di papa Francesco a essere il nuovo pastore di Biella. Un solo cedimento, quando cita il seminario diocesano: un groppo in gola, e don Roberto non riesce trattenere qualche lacrima. Perché perché il seminario è stato la vera casa di questo sacerdote cinquantenne, ordinato 24 anni fa proprio di questi tempi; nel 1996 veniva già chiamato all’incarico di vicerettore della struttura, di cui ha poi avuto la titolarità dal 2001 fino all’inizio di quest’anno.

La cattedrale di Ivrea è gremita, tante le persone giunte da ogni angolo della diocesi di Ivrea e anche dal Biellese: don Roberto è conosciutissimo, avendo avuto molti altri incarichi, oltre al seminario. E ovunque è passato, ha lasciato il ricordo «di una persona mite e umile di cuore – così dice il vescovo ordinante, monsignor Edoardo Cerrato -, di un servizio svolto con la massima dedizione. Il suo impegno era comprendere le ragioni di tutti; e i risultati li ha ottenuti soprattutto dando esempio di bontà e vicinanza, più che lanciandosi in ragionamenti e discussioni. Non ti imbarazzare, don Roberto: sto solo dicendo che sei stato un bravo prete».

Ora i biellesi lo attendono per l’ingresso solenne nella cattedrale di Santo Stefano, domenica 14 ottobre alle 15. «E’ una nuova fase della mia vita – conclude monsignor Farinella -, ma nulla di ciò che è stato viene cancellato, tutto è custodito. Grazie, pregate per me». A Ivrea come a Biella.

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