«Sabir» è la lingua franca mediterranea, quella che si parlava in tutti i porti del Mare Nostrum dai tempi delle Crociate e fino all’800. Una lingua che unisce, che aiuta alla comprensione tra i popoli. Dal 4 al 7 ottobre prossimi tre città del Sud Italia che in questi anni hanno conosciuto e affrontato la questione migrazioni, Messina, la dirimpettaia Reggio Calabria e Catania, accoglieranno la quinta edizione del «Sabirfest», cultura e cittadinanza mediterranea.

Un melting pot di eventi e appuntamenti che l’edizione di quest’anno celebra quasi come un gesto riparatorio rispetto agli egoismi e alle paure scatenate in questi ultimi tempi. Non a caso il festival è dedicato a padre Paolo Dall’Oglio, ai pescatori tunisini che salvano i migranti in mare, al giornalista egiziano Ismail Iskandarany arrestato due anni fa nel suo Paese proprio al ritorno dal «Sabirfest» del 2016 e condannato a 10 anni per avere scritto della situazione nel Sinai, alla ragazzina palestinese Ahed Tamimi che l’anno scorso prese a schiaffi due soldati israeliani dopo aver saputo dell’uccisione di un cugino, all’intellettuale recentemente scomparso Alessandro Leogrande, a Giulio Regeni, ai tanti migranti che sono morti in mare nel tentativo di arrivare in Europa.

«Riparare l’umano» è il tema scelto, che sarà declinato con incontri, spettacoli, laboratori, perfomance, dalla scienza alla letteratura, dalla filosofia alle arti visive. «Un tema complesso ma urgente ai giorni nostri; invito e auspicio, ma al contempo “azzardo” per mettere in luce dissonanze, squilibri e abusi del nostro tempo e provare a far emergere il desiderio, la determinazione a non rassegnarsi, a non subirli», spiegano gli organizzatori del «Sabirfest» che hanno coinvolto enti ed istituzioni, comuni, Università, ordini professionali, associazioni culturali e di volontariato, per offrire il ricco e articolato programma di iniziative che si svolgerà prevalentemente in piazze del centro e in edifici storici delle tre città. «Attraverso i molteplici significati del “riparare” - spiega Caterina Pastura, del comitato promotore del Sabirfest - cerchiamo di mettere in luce l’esigenza e l’urgenza di conoscere, sperimentare, creare strategie di resistenza alle derive dell’ideologia di un mondo e di un’umanità usa e getta».

«Riparare», appunto. Tra gli incontri, quelli con scrittori e giornalisti come Gabriele del Grande, Isaia Sales, Silvio Perrella, l’algerino Samir Toumi e l’albanese Besnik Mustafaj; con graphic novelist come Lelio Bonaccorso; con intellettuali studiosi e artisti italiani e da diversi paesi mediterranei come Gabriella Caramore (curatrice del programma di Rai3 Uomini e profeti), Caterina Resta, Riccardo Manzotti, Nora Amin, Jan Horzela, Rasha Shaaban, Mohamed Ba, Avi Mograbi. Il regista israeliano Avi Mograbi sarà presente alla proiezione del suo film-documentario «Between fences» mentre Angelo Sicilia, con i suoi «pupi antimafia», racconterà - sulla base del libro “Il giardino della memoria” di Martino Lo Cascio - la tragica vicenda del piccolo Giuseppe Di Matteo, sequestrato, seviziato per anni e infine ucciso dalla mafia per costringere il padre pentito a ritrattare.

Nella «piazza di carta», dedicata ai libri con anche una sezione per i bambini, l’ospite d’onore del festival sarà la casa editrice algerina Barzakh che partecipa assieme ad altre cinquanta case. Per gli spettacoli, importante la performance tra danza, musica e poesia «Nimba Etna», spettacolo appositamente prodotto per il «Sabirfest» che toccherà tutte e tre le città.

QUANDO E DOVE

Il Festival si svolgerà dal 4 al 7 ottobre in tre città, Messina, Catania e Reggio Calabria

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