Quando dici che vai in Oman, succedono subito due cose. La prima è che molti amici e parenti andranno a vedere su Google Maps per capire dove sia. La seconda è che ti diranno di stare attento. Per la prima questione diremo che, se l’Italia è uno stivale, la penisola arabica può assomigliare a un calzino e, seguendo questa immagine, l’Oman si trova sulla sua punta.

Quanto alla sicurezza, il sultanato gode di una pace invidiabile, tanto da essere stato classificato nel 2017 al quarto posto tra i paesi più sicuri in cui viaggiare dal World Economic Forum (al primo posto c’era la Finlandia). Poco prima, alla fine del 2016 l’Institute for Economics and Peace di Sydney, nel suo Indice sul Terrorismo Globale, ha assegnato all’Oman un punteggio pari a zero – unico tra i Paesi mediorientali.

La capitale vista dall’alto, con le sue strade ben illuminate e le costruzioni che, per legge, non superano mai i sette piani

A questa pace e al senso di apertura nei confronti del prossimo contribuiscono diversi fattori, uno dei quali è che la popolazione sia ibadita, cioè appartenente a quella corrente religiosa islamica che costituisce una “terza via” tra sunniti e sciiti. Tanto per capirsi, sul sito ufficiale dell’ibadismo in Italia si legge: «la filosofia dell’ibadismo si basa sui principi della tolleranza religiosa e dell’impedimento di conflitti e violenza. Devono essere rispettati gli altri punti di vista o modelli di interpretazione». E ancora: «La preghiera comune a Dio non conosce dispute teologiche. Davanti a Dio ognuno è chiamato a rispondere di sé». Amen.

Sicché, chi vuole andare in giro col velo, ci va, chi è vestito all’occidentale invece, non si deve preoccupare. I turisti infatti vanno tranquillamente in spiaggia e in piscina con il costume da bagno e per la città va benissimo una qualunque mise estiva. Se vi capita di andare a visitare invece un villaggio sperduto tra le montagne, magari ricordate che qui la gente è un po’ più tradizionalista ed è segno di buona educazione non andarci vestiti come al mare: basteranno un paio di pantaloni freschi un po’ più lunghi e non essere eccessivamente sbracciati perché la popolazione locale vi accolga con un sorriso.

Tutto il colore del souq di Muscat

Al senso di tranquillità contribuisce di certo anche la storia personale dell’amatissimo sultano, tenuto nascosto dal padre per timore di complotti sulla successione e spedito fin dai 15 anni in Inghilterra a studiare, tanto che pare sia così amico della monarchia inglese da essere l’unica testa coronata che la Regina Elisabetta onora della sua accoglienza in aeroporto. Di lui si dice anche che sia gay, circostanza questa ufficialmente mai smentita e potenzialmente avallata dal fatto che non gli si riconoscano flirt né possibili eredi, anche se gli omaniti, interrogati in proposito, preferiscono pensare che fosse troppo occupato a prendersi cura del governo per avere tempo da dedicare alle cose personali.

La collocazione geografica del Paese

Cresciuto con una mentalità occidentale, Qaboos ha ereditato da suo padre, da lui deposto nel 1970, un paese desertico e arretrato, abitato soltanto da tribù nomadi beduine, ma che nel frattempo aveva scoperto di avere grandi ricchezze, due fra tutte: petrolio e gas. Non certo una fortuna che capita a tutti e che lui ha sfruttato per avviare una progressiva modernizzazione del paese di cui oggi si possono vedere i frutti. E se vi state immaginando i grattacieli di Dubai, vi state sbagliando: qui lo sviluppo è andato di pari passo con la capacità di preservare tradizioni e territorio, a esempio attraverso una legge che limita la quantità massima di piani a cui può aspirare un edificio (sette) o un’altra che per mantenere intatti gli antichi villaggi, costruiti di solo fango, prevede che agli abitanti la cui casa necessiti di manutenzione sia data una casa nuova, lì, giusto di fianco.

Il sultano Qaboos in una delle sue ultime apparizioni in tivù, diventate sempre più rare a causa della malattia che lo ha colpito negli ultimi anni

Il sultano crede poi che la capacità di relazionarsi col mondo parta dalla conoscenza delle reciproche culture e, seguendo questo pensiero e il suo amore per la musica, ha fatto costruire un grande e moderno teatro d’opera, il cui direttore designato fino al 2020 è italiano, Umberto Fanni. Qui si esibiscono molte compagnie italiane e internazionali e, nonostante l’atmosfera opulenta dei marmi e delle boutique eleganti ospitate all’interno della galleria commerciale, i biglietti hanno prezzi assolutamente accessibili alla popolazione, con tariffe che partono dal corrispondente di dieci euro in Riyal.

Lo sfarzo della Royal Opera House a Muscat

L’odore dell’incenso pervade il bellissimo souq di Muscat, la candida capitale che, stretta e lunga, si stiracchia come un gatto ai bordi del mare, sormontata dallo spettacolo di nuda roccia delle montagne a picco. Il sole ne rende brillanti i marmi ed evidente l’ordine e l’eleganza, una caratteristica di cui gli omaniti sono molto orgogliosi, specialmente quando raccontano che il sindaco lo scorso anno ha vinto il premio per la città più pulita del Medio Oriente. Quanto a eleganza, non è da meno la gioielleria, il cui artigianato risale ai secoli in cui le carovane percorrevano il deserto e, se vi trovate nella capitale con la canicola del pomeriggio, vi consigliamo di dedicare le ore più calde alle fresche stanze del Museo Nazionale, che si trova proprio di fronte al palazzo del sultano e conserva esemplari in argento da mille e una notte.

Le montagne a picco dominano il lungomare di Muscat

La mattina è invece il momento ideale per avventurarsi nell’abbagliante architettura islamica della Grande Moschea. No, non è antica, ma vale la pena vederla, perché è l’unica visitabile dai turisti e, soprattutto, è molto bella. I suoi marmi bianchi arrivano dall’India, dall’Iran e dall’Italia, ed è la quarta moschea per grandezza al mondo, con una capacità di oltre 20 mila persone. Ha intorno giardini che grazie alla cura meticolosa e all’acqua abbondante, nonostante le temperature torride, riescono a essere costellati di rose, ibiscus, buganvillee, gelsomini e frangipane. All’interno vi lasceranno a bocca aperta i lampadari di Swarovski, il più grande dei quali pesa oltre 10 tonnellate, oltre ad un enorme tappeto di seta realizzato in un unico pezzo, che è stato a lungo il più grande del mondo e a cui hanno lavorato per mesi 600 artiste della tessitura.

FUORI MUSCAT

Fuori dalla capitale si possono visitare diversi wadi, profondi avvallamenti tra le rocce all’interno dei quali scorre l’acqua, formando vere e proprie oasi, dove fare il bagno nelle piscine naturali e tra i pesci, come a Wadi Bani Khalid dove potete provare il naturale pedicure fatto dai pesciolini. Pianificate almeno mezza giornata da dedicare al Bimmah Sinkhole, dove la spettacolare dolina si apre su un’acqua verdissima, per metà di sorgente e per metà marina. A metà strada tra i due, merita una sosta anche Wadi Shab, conosciuto per la sua grotta sommersa e le caprette che si aggirano sulle sue rive.

La spettacolare dolina di Bimmah con le sue acque cristalline

Conviene portarsi il pranzo al sacco perché la maggioranza di questi posti offre pochi servizi, quasi sempre solo le toilette e raramente anche un piccolo chiosco dove comprare un po’ d’acqua fresca o del cibo.

Scegliendo gli orari di minore caldo sono interessanti da visitare anche gli antichi villaggi dalle case di fango, come al Amra e Birkat al Mawz, ormai abbandonati, o Misfat al Abriyyn, che invece è ancora abitato e offre la possibilità di una piccola avventura, camminando in fila indiana sul bordo dei falaji, i tradizionali canali in pietra, riconosciuti patrimonio dell’Unesco, che servono a convogliare l’acqua per l’irrigazione.

Falaji a Misfat al Abriyyn

Imperdibile invece la salita a Jabal al Akhdar, la montagna verde dove finalmente la temperatura diventerà assolutamente più piacevole, già solo per il fatto di essere a 2000 metri, ma anche grazie a quel filo di piacevole arietta che rende dolci i 25 gradi. Lo spettacolo vero per cui vale la pena trascorrere qualche giorno qui, sono gli incredibili canyon profondi anche 1000 metri e i paesaggi in cui la roccia diventa protagonista, tra le montagne brulle e prive di vegetazione dove la terra frana lasciando a vista le stratificazioni della pietra nuda.

Uno dei villaggi abbarbicati tra le rocce di Jabal al Akhdar

Il miglior modo di fare questa esperienza è conquistare una camera nello splendido Al Jabal Al Akhdar resort Anantara, le cui camere affacciano direttamente sul più lungo e profondo dei canyon. Da qui potrete godere della vista mozzafiato di Diana’s Point, il luogo dove Lady Diana fu portata in elicottero quando ancora la zona non era accessibile e da cui oggi ci si può affacciare grazie ad una piattaforma a lei intitolata.

Diana’s Point

L’infinity pool e il ristorante godono della stessa vista indimenticabile, mentre una serie di “guru” si presta ad insegnarvi tutto quello che potete desiderare sul vino, sullo yoga, sulle antiche tradizioni della montagna e sui suoi villaggi, nonché sulla raccolta delle rose per la realizzazione della preziosa acqua profumata per cui l’Oman è famoso.

Spettacolare anche Jabal Shams, il monte più alto dell’Oman, con i suoi 3075 metri. E’ emozionante percorrerne già la strada, e superati i 2000 metri si arriva ad un immenso pianoro che sprofonda in un impressionante canyon roccioso di cui si può percorrere il bordo per qualche centinaio di metri, con sporgenze mozzafiato prive di protezione.

Ultimo consiglio, se non avete mai dormito nel deserto, non perdete l’occasione: nell’Empty quarter omanita potete provare l’esperienza senza sceglierne una estrema, grazie agli accampamenti albergo dotati dei comfort di base, come il Desert Nights Camp, dove potrete vedere il cielo stellato lontano dal l’inquinamento luminoso, pur dormendo in un vero letto e concedendovi una doccia dopo aver girovagato in 4x4 tra le dune.

Il tradizionale salottino del Desert Nights Camp

INFO UTILI

In Oman si può arrivare dall’Italia con volo diretto di Oman Air, nominata “Miglior compagnia aerea del Medio Oriente” sia per la Business che per l’Economy class agli ultimi World Travel Awards

www.omanair.com

Ministero del Turismo del Sultanato dell’Oman

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Royal Opera House Muscat

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