C’è anche un pezzo di storia dell’auto (e non solo) tra le tante bellezze che si possono osservare a Reykjavik, la capitale dell’Islanda: posteggiata in un parcheggio lungo il porto, mescolata ai tanti veicoli di turisti e residenti, c’è anche Yrena, una Lada Niva che il proprietario, Audunn Thor, ha deciso di ristrutturare e dedicare a Irena Sendler, l’infermiera polacca che durante la Seconda Guerra Mondiale mise a rischio la propria vita per salvare quelle di migliaia di bambini ebrei.

La storia di Yrena la spiega lo stesso Audunn in un volantino affisso su uno dei finestrini dell’auto: rimasto gravemente ferito in un incidente nel 2016, a 60 anni si è ritrovato senza lavoro e senza uno scopo. Ha quindi deciso di iniziare a viaggiare attraverso l’Europa dell’Est, finendo per imbattersi, nei pressi di Poznan, in Polonia, in una coppia che in garage custodiva una vecchia Lada Niva.

Dai due coniugi, Audunn ha appreso la storia di Irena Sendler, membro della Resistenza nella Polonia occupata della Seconda Guerra Mondiale. Fu grazie a lei e a una manciata di altri membri della Resistenza che 2.500 bambini ebrei riuscirono a lasciare il ghetto di Varsavia e a mettersi in salvo dalla furia distruttiva dei nazisti, una vicenda che ha spinto Audunn ad acquistare la Lada, a ricostruirne la storia e a ristrutturarla, portandola a Reykjavik.

Una scelta non casuale, quella di trasferirla nella capitale islandese, perché leggenda vuole che il progetto della Niva, la più celebre auto della casa sovietica Lada-Avtovaz,affondi le radici proprio lì, e sia legata alla finale del torneo mondiale di scacchi che vi si tenne nell’agosto del 1972. A sfidarsi davanti alla scacchiera, due leggende: da un lato Bobby Fischer, campione di scacchi americano naturalizzato islandese, dall'altro Boris Spassky, lo scacchista franco-russo campione del mondo dal 1969 al 1972. E proprio nel 1972 Spassky dovette cedere il titolo all’avversario, che in cambio gli regalò una Land Rover Range Rover, il cui primo esemplare, ai tempi, era uscito da appena due anni.

Spassky la portò con sé in Russia, e 4 anni dopo sul mercato sovietico debuttava la Lada Niva, primo fuoristrada della casa automobilistica, con linee e stile assimilabili, secondo Audunn, a quelle della Range Rover. Un collegamento che Audunn ha voluto mettere in evidenza portando Yrena, la sua Lada ritrovata, a Reykjavik, sottolineandone altri collegamenti storici.

La stella sul cofano, per esempio, riproduce la bandiera del Vietnam del Nord (“Ho molti amici lì, e ci sono stato anche io molte volte - spiega Audunn -. Se osservate bene le strade noterete molte vecchie auto francesi, vecchi furgoni americani e auto russe”), mentre il carrello che vi ha attaccato è americano, risale al 1940 ed è stato utilizzato durante lo sbarco in Normandia nel 1944: “Il carrello ha girato parecchio, ed è stato danneggiato, forgiato e poi riparato molte volte - si legge nel volantino -. L’ho comprato da un vecchio agricoltore in Norvegia”.

Una sorta di archivio storico su ruote, insomma, che Audunn ha voluto dedicare alla pace: “La guerra in Vietnam è finita nel 1975, e sembra che Stati Uniti e Vietnam abbiano trovato un equilibrio. La stessa cosa è successa con la Russia: Donald Trump e Vladimir Putin hanno iniziato a comunicare, cosa che ha una grande valenza storica. Volevo raccontare questa storia per diversi motivi, in primis per celebrare questi rapporti ritrovati”.

Per il lavoro svolto, il 61enne islandese non chiede nulla: l’auto è a disposizione di chiunque voglia dedicare qualche minuto a leggerne la storia, e qualsiasi offerta donata viene devoluta in beneficenza.

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