L’intento era anche quello di provare a cucinare qualcosa per le persone in difficoltà, per regalare un pasto speciale, da ristorante stellato, a chi non potrebbe permetterselo. Ma, alla fine, la situazione era talmente complicata da richiedere tutto un altro tipo di aiuto. E così Alessandro Colli, lo chef alessandrino che fa il cuoco a domicilio (con successo) a Londra, ha deciso di rimettersi in «tasca» mestoli e ricette durante la missione in India organizzata dalla onlus Farmacisti in Aiuto di Roma, di rendersi utile in tutt’altra maniera. Con la fidanzata Chiara è partito con una delegazione per Tamil Nadu, lo Stato dove si concentra, insieme al Kerala, la maggior parte dei progetti che la onlus porta avanti; lo scopo era monitorarli e pensare eventualmente a emergenze e necessità a cui far fronte insieme ai responsabili di Assofarm.

Il presidente di Farmacisti in aiuto Tullio Dariol spiega: «In Tamil Nadu contribuiamo a sostenere insieme il dispensario farmaceutico. Grazie alla collaborazione con Assofarm il dispensario ha potuto dotarsi di un laboratorio per i test clinici più semplici, cioè per sangue e urine, gratuiti per tutti gli adottati e le famiglie povere del luogo».

Il cuoco alessandrino ha partecipato a questo viaggio umanitario incontrando pazienti e medici, assistendo alle attività quotidiane della struttura che si trova in una zona davvero povera del mondo, dove in troppi vivono ben al di sotto della soglia di povertà e non potrebbero assolutamente permettersi alcuna visita medica o cura. «La missione condotta ora in India - spiegano - ha permesso di porre le basi per realizzare nuovi progetti sia in emergenza sia di lungo periodo». Ce la fanno grazie soprattutto a donazioni di amici e sostenitori che permettono di offrire borse di studio, ristrutturare abitazioni, coprire spese mediche e supportare case-famiglia.

«È stata una esperienza magnifica - racconta Colli, che ha 30 anni, ha studiato alla Chef Academy of London ed è un private chef - ed emozionante. Non ho avuto nessuna possibilità di cucinare, come avrei voluto, perché un piatto di pasta non sarebbe servito a niente visto che lì ci sono persone a cui manca persino l’acqua. La onlus con cui ho collaborato riesce a far tutto grazie alle donazioni private e al 5 per mille» e anche a persone che con convinzione li aiutano in questi progetti, come Alessandro e Chiara, recandosi personalmente dall’altra parte del mondo.

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