Ci sono «mali da sradicare, ingiustizie da abbattere, discriminazioni da distruggere, privilegi da rovesciare, dignità da ricostruire e valori da piantare» in questo mondo di oggi che sembra essere dominato dalla «malattia pandemica» della «cultura dello scarto». La critica di Francesco emerge cruda ma realistica nel messaggio che il Papa invia ai partecipanti alla ottava edizione del Forum Sociale delle Migrazioni 2018, iniziativa nata nel 2001 al fine di ricercare e costruire società eque e attente ad un mondo più solidale, in corso a Città del Messico da oggi fino al 4 novembre. All’apertura dei lavori partecipano il cardinale Carlos Aguiar Retes e il nunzio in Messico Franco Coppola; in rappresentanza della Santa Sede è presente anche il gesuita Michael Czerny, sotto-segretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale.

È lui a riportare il messaggio - tutto in spagnolo - del Vescovo di Roma, che giunge per coincidenza a pochi giorni dalla stretta del presidente Usa Donald Trump contro l’«invasione» di migranti provenienti dall’America Latina, in particolare dal Messico, che ha promesso di bloccare (eventualmente anche con le armi) attraverso «un muro umano» fatto di oltre 15 mila soldati.

La missiva papale inizia con l’appello al «rifiuto di tutte le ingiustizie» quale primo passo per una «trasformazione positiva delle nostre società». Tale opposizione «si propone come primo atto di giustizia, soprattutto quando riesce a dare voce ai “senza voce”», quindi a tutti i «migranti, rifugiati e sfollati, che vengono ignorati, sfruttati, violentati e maltrattati nel silenzio colpevole di molti», afferma il Papa.

L’azione trasformativa auspicata dal Vescovo di Roma non si limita tuttavia a denunciare le ingiustizie: «È necessario individuare linee guida concrete e praticabili per trovare soluzioni, chiarendo i ruoli e le responsabilità di tutti gli attori». Nel campo della migrazione, «la trasformazione si nutre della resilienza di migranti, rifugiati e sfollati, e sfrutta le loro capacità e aspirazioni per costruire società inclusive, giuste e solidali, capaci di restituire dignità a coloro che vivono con grande incertezza e che non possono sognare un mondo migliore», sottolinea Papa Francesco. Che riflette poi sui temi sui quali è incentrata l’ottava edizione del Forum messicano: diritti umani, frontiere, difesa politica, capitalismo, genere, cambiamento climatico e dinamiche transnazionali; essi «meritano un’attenta riflessione» mirante a cercare «l’integrazione di prospettive diverse, riconoscendo la complessità del fenomeno migratorio».

È proprio a causa di questa complessità «che da un paio d’anni la comunità internazionale è impegnata nello sviluppo di due processi di consultazione e negoziazione, il cui obiettivo è l’adozione di due patti mondiali, uno per una migrazione sicura, ordinata e regolare e l’altro per i rifugiati», rimarca Bergoglio, ricordando che, come contributo del Vaticano a questi processi, la Sezione Migranti e Rifugiati da lui presieduta ha preparato un documento, intitolato “Venti punti d’azione per i Patti Globali”.

Venti punti, spiega il Papa, che si articolano intorno a quattro verbi, «accogliere, proteggere, promuovere e integrare», che «coincidono con le dichiarazioni che le organizzazioni della società civile hanno sottoscritto con la volontà di contribuire al processo avviato dalle Nazioni Unite in vista dei Global Covenants». Al di là dei loro limiti, che la Santa Sede non ha cessato di sottolineare, e della loro natura non vincolante, le Alleanze mondiali costituiscono un quadro di riferimento per sviluppare proposte politiche e mettere in pratica misure concrete», scrive il Papa. «Come per ogni azione di portata globale, l’attuazione delle raccomandazioni e dei suggerimenti contenuti nei Patti Mondiali richiede il coordinamento degli sforzi di tutti gli attori, tra i quali, si può essere certi, la Chiesa sarà sempre presente».

A tal fine Papa Bergoglio esorta ad una collaborazione condivisa di tutte le organizzazioni presenti al Forum: è «necessaria per migliorare gli accordi bilaterali e multilaterali nel campo della migrazione, che sono sempre a maggior beneficio di tutti: migranti, rifugiati, sfollati, le loro famiglie, le loro comunità di origine e le società che li ospitano». «Ciò – incalza - può essere ottenuto solo attraverso un dialogo trasparente, sincero e costruttivo tra tutti i protagonisti, nel rispetto dei rispettivi ruoli e responsabilità».

Francesco coglie infine l’occasione dell’evento di Città del Messico «per incoraggiare le organizzazioni della società civile e i movimenti popolari a collaborare alla diffusione di massa di quei punti dei Patti Globali che mirano alla promozione umana integrale dei migranti e dei rifugiati - così come delle comunità che li accolgono - evidenziando le buone iniziative proposte». Al contempo, afferma, organizzazioni e movimenti sono invitati ad «impegnarsi a promuovere una più equa ripartizione delle responsabilità nell’assistenza dei richiedenti asilo e dei rifugiati» e «identificare con prontezza le vittime della tratta, realizzando ogni sforzo necessario per liberarle e riabilitarle».

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