Le distanze tra Lega e Cinque Stelle sono sempre più evidenti e il braccio di ferro tra i due partiti di maggioranza ha creato uno stallo totale. Il governo è bloccato sul decreto sicurezza voluto dal leader del Carroccio e sullo stop alla prescrizione promesso dai grillini, due provvedimenti differenti ma legati tra loro: nessuno dei due partiti di maggioranza infatti ha intenzione di cedere di un millimetro rispetto alle proprie misure e questa volta trovare un compromesso non è affatto facile.

Il vicepremier Matteo Salvini vuole portare a casa prima di tutto il decreto che prevede una stretta sull’immigrazione, su cui oggi è previsto il voto di fiducia al Senato. Soltanto dopo si dice disposto a «discutere di altro». Il riferimento è proprio allo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio, che i Cinque Stelle vogliono inserire con un emendamento nel decreto «Spazza corrotti» in discussione in queste stesse ore alla Camera. Una misura che non va giù ai leghisti. «Sono sicuro che, come abbiamo sempre fatto in questi mesi, insieme a Conte e Di Maio, troveremo la quadra, non litigheremo», assicura Salvini. Al di là delle dichiarazioni di facciata, la tensione tra i due partiti resta alta, tanto che il vertice previsto ieri sera tra Salvini, Luigi Di Maio e il premier Giuseppe Conte è saltato all’ultimo, nonostante fosse stato annunciato proprio da Palazzo Chigi. «Quale vertice? Io ne ho uno con rigatoni, ragù e Champions League», dice il leader del Carroccio di ritorno dal Ghana. Per tutta risposta i due relatori al ddl anticorruzione, Businarolo e Forciniti, entrambi di M5s, hanno espresso un parete negativo su tutte le proposte di modifica presentate dalla Lega al ddl anticorruzione.

Fiducia sul decreto sicurezza

Questa mattina intanto la Lega dovrebbe portare a casa il provvedimento sulla sicurezza, su cui ieri pomeriggio il governo ha chiesto la fiducia. Una richiesta arrivata a metà pomeriggio dopo una serie di sospensioni dei lavori dell’aula e rinvii. La scelta di chiedere la fiducia ha l’obiettivo di disinnescare il voto contrario dei quattro dissidenti grillini - che avrebbero messo in difficoltà la tenuta della maggioranza - ed evitare al tempo stesso il voto in soccorso da parte di Forza Italia e FdI.

I Cinque Stelle però sono diffidenti e temono che una volta incassata la fiducia sulla misura voluta dal ministro dell’Interno i patti non vengano rispettati. «Sul decreto sicurezza abbiamo agito con serietà come su tutti gli altri provvedimenti portati avanti finora. La nostra lealtà non può prescindere da quella della Lega sul tema della prescrizione», avverte Stefano Patuanelli, capogruppo M5S al Senato, lasciando intendere che il provvedimento dovrà poi passare alla Camera. «Se slitta la prescrizione, muore il decreto sicurezza», minacciano infatti i Cinque Stelle. Parole che dimostrano ancora una volta la scarsa fiducia tra i due alleati.

Stallo sulla prescrizione

Intanto ieri sera c’è stata una riunione tra i grillini. Di Maio, di ritorno dalla Cina, ha incontrato a cena i ministri M5S e i capigruppo di Camera e Senato per discutere del nodo principale di questa fase di stallo, quello della prescrizione. «È una proposta del Movimento, non è stata ancora votata - spiega il premier Conte - La soluzione è sacrosanta, ora va messa a punto dal punto di vista tecnico». Un problema non da poco.

Oggi è previsto un vertice di governo, dopo che è stato cancellato all’ultimo quello di ieri sera, così da tentare un compromesso. Le ipotesi sono diverse, a partire dallo stralcio dell’emendamento fino allo stop della prescrizione solo per i reati più gravi. La contrarietà a questa misura Salvini la spiega così: «Voglio processi veloci che bastonino corrotti e corruttori, ma non voglio che sessanta milioni di italiani stiano sotto processi che non si sa quando finiscono».

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