Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella prende la parola per difendere la libertà di stampa, dopo i duri attacchi del fine settimana ai giornalisti, definiti “sciacalli” dal vicepremier Luigi Di Maio e “puttane” da Alessandro Di Battista. «Al mattino come prima cosa leggo i giornali: le notizie e i commenti, quelli che condivido e quelli che non condivido, e forse questi secondi per me sono ancora più importanti», ha spiegato ad alcuni gruppi di studenti in visita al Quirinale. «Perché è importante conoscere il parere degli altri, le loro valutazioni. Quelli che condivido sono interessanti, naturalmente, e mi stanno a cuore; ma quelli che non condivido sono per me uno strumento su cui riflettere. E per questo ha un grande valore la libertà di stampa, perché - anche leggendo cose che non si condividono, anche se si ritengono sbagliate - consente e aiuta a riflettere».

Anche il presidente della Camera Roberto Fico (M5S) prende parzialmente le distanze dai suoi compagni di partito: «C’è la Costituzione: la libertà di stampa è tutelata e sarà tutelata fino alla fine, ma negli ultimi trenta anni è mancata una cultura generale dell’indipendenza ed è un tema che va affrontato perché la stampa influenza la politica e i politici influenzano i giornalisti».

La Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti, ha indetto per martedì 13 novembre una serie di manifestazioni dal titolo “Giù le mani dall’informazione”. A Roma l’appuntamento è alle 12 in piazza Santi Apostoli «per contrastare la deriva di un linguaggio della politica fatto di insulti e minacce a chi ogni giorno svolge il proprio dovere di informare i cittadini. Attacchi a una categoria di professionisti, ma soprattutto all’articolo 21 della Costituzione e ai valori fondamentali della democrazia, che mettono a rischio il diritto ad essere informati», si legge in una nota della Fnsi.

Previsti sit-in in tutta Italia, da piazza Castello a Torino a via Vivaio a Milano. E ancora: Trieste, Ancona, Bologna, Firenze, Perugia, Pescara, Genova (dalle 17.30 in largo Lanfranco), Palermo, Napoli, Bari, Reggio Calabria.

Resta ancora aperto il caso Casalino, dopo il video del 2004 pubblicato la scorsa settimana in cui esprimeva “fastidio” e “schifo” per ragazzi Down e anziani. Martedì 13 novembre davanti alla Camera dei deputati è prevista una manifestazione per protestare contro le parole di Casalino, indetta dall’Aniep e dall’Aipd, associazioni che difendono i diritti dei disabili e delle persone Down. L’Aniep ha scritto una lettera aperta al ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana per chiedergli di «condannare senza se e senza ma le parole e le idee espresse» dal portavoce del premier Conte. «Riteniamo, infatti, che lei, quale ministro della Famiglia e della Disabilità, sia doppiamente chiamato in causa, come garante degli interessi e dei diritti sia degli anziani sia dei disabili, e che non possa non prendere nettamente le distanze da comportamenti che sono inaccettabili in una società moderna e democratica quale è (o aspira ad essere) quella italiana, e sono ancora più gravi se espresse da un personaggio politico tanto in vista», prosegue la lettera. «Condannare le parole e le idee di Casalino, anche se o, forse, tanto più se espresse con leggerezza e superficialità, è essenziale, sia per stigmatizzare comportamenti che potrebbero giustificare futuri atti di bullismo, sia per dare un vero senso alla costituzione di un ministero adibito espressamente alla tutela della disabilità».

Alla manifestazione parteciperanno anche Laura Boldrini, Carlo Calenda, Riccardo Nencini e probabilmente Matteo Renzi. L’ex leader Pd non ritira la richiesta di dimissioni di Casalino, nonostante le scuse del portavoce domenica sera su Rai1 da Fabio Fazio: «Per evitare che le scuse siano l’ennesima sceneggiata occorre un atto molto semplice: le scuse siano accompagnate dalle dimissioni. Altrimenti è l’ennesima finzione, l’ennesima simulazione, attacca Renzi. Il capogruppo Pd in Senato Andrea Marcucci attacca direttamente il ministro Fontana: «Un ministro che ha ascoltato gli sproloqui o le simulazioni di Casalino, senza sentire il bisogno di dire alcunché. Può avere una dignità ed un senso del ruolo il ministro Lorenzo Fontana? Non è solo il portavoce che dovrebbe dimettersi, ma anche il ministro che non dice nulla». Marcucci e Maurizio Gasparri di Forza Italia criticano anche la scelta di “Che tempo che fa” di ospitare Casalino: «Porterò il caso alla commissione di Vigilanza Rai», attacca Gasparri.

I commenti dei lettori