Serve «uno sforzo educativo all’ascolto e alla comprensione, ma anche alla conoscenza e allo studio del patrimonio di valori, delle nozioni e degli strumenti capaci di abbattere tendenze all’isolamento, alla chiusura e a logiche di potenza che sono portatrici di violenza e distruzioni». Con queste motivazioni Papa Francesco ha spiegato l'istituzione, da lui promossa, di un nuovo ciclo di studi presso la Pontificia Università Lateranense. La lettera papale, indirizzata al gran cancelliere dell'ateneo, il cardinale Vicario Angelo De Donatis, è stata lettera all'inaugurazione dell'anno accademico dal Sostituto della Segreteria di Stato Edgar Peña Parra.

 

«Il desiderio di pace che sale dalla famiglia umana - scrive Francesco - ha visto da sempre la Chiesa prodigarsi nel compiere ogni sforzo per concorrere a liberare uomini e donne dalle tragedie della guerra e per alleviare le sue pericolose conseguenze. Anche nel tempo presente, in cui aumenta la necessità di prevenire e risolvere conflitti», la Chiesa «si sente interpellata a ispirare e sostenere ogni iniziativa che assicuri ai diversi popoli e Paesi un cammino di pace, frutto di quel dialogo autentico capace di spegnere l’odio, di abbandonare egoismi e autoreferenzialità, di superare desideri di potere e di sopraffazione dei più deboli e degli ultimi».

 

Francesco spiega l'importanza di educare all’ascolto e alla comprensione, «ma anche alla conoscenza e allo studio del patrimonio di valori, delle nozioni e degli strumenti capaci di abbattere tendenze all’isolamento, alla chiusura e a logiche di potenza che sono portatrici di violenza e distruzioni. Mezzi di conciliazione, forme di giustizia di transizione, garanzie di sviluppo sostenibile, protezione e custodia del creato sono oggi alcuni degli strumenti in grado di aprire la strada alle forme di soluzione pacifica dei conflitti, di abbattere carrierismi e posizioni dominanti e così formare persone dedite senza riserva al servizio della causa dell’uomo».

 

Dopo aver ricordato il compito svolto dalla Santa Sede nella comunità internazionale e nelle sue istituzioni attraverso «gli strumenti della diplomazia per superare i conflitti con i mezzi pacifici e la mediazione, la promozione e il rispetto dei diritti umani fondamentali, lo sviluppo integrale di popoli e Paesi», Bergoglio sottolinea il ruolo centrare del mondo universitario, «che necessita continuamente di essere rinnovato e arricchito, perché sappia produrre un coraggioso rinnovamento culturale che il momento attuale domanda».

 

Un mondo, quello delle università ecclesiastiche, da orientare in una prospettiva di Chiesa «più marcatamente “in uscita” e missionaria», affrontando «le sfide del mondo contemporaneo con una capacità di risposta adeguata nei contenuti e compatibile nel linguaggio, anzitutto rivolgendosi alle nuove generazioni». È importante, spiega ancora il Pontefice «che studenti e docenti si sentano pellegrini chiamati ad annunciare la buona novella a tutte le genti, non avendo paura di rischiare e di sognare la pace per tutte le persone e tutte le nazioni».

 

Per questo Francesco ha istituito presso la Lateranense «un ciclo di studi in Scienze della Pace, quale percorso accademico a cui concorrono gli ambiti teologico, filosofico, giuridico, economico e sociale secondo il criterio della inter- e transdisciplinarità». La struttura curriculare sarà composta da un primo ciclo triennale e di un biennio di specializzazione.

 

Il nuovo ciclo di studi è stato posto dal Papa «sotto la protezione dei miei due santi predecessori, Giovanni XXIII e Paolo VI, veri e propri araldi della pace nel mondo e che tanto hanno contribuito allo sviluppo del magistero in tale campo, questo nuovo frutto della sollecitudine della Chiesa».

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