Sta lì, «di fronte al mondo intero», la drammatica situazione dei cristiani «che vengono perseguitati e uccisi in numero sempre crescente». Ma questo stesso mondo «troppe volte volge lo sguardo dall’altra parte» davanti a questa tragedia. La denuncia arriva da Papa Francesco durante l’udienza ai membri dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme, organismo che porta avanti da anni molteplici attività spirituali e caritative a vantaggio delle popolazioni della Terra Santa. Da martedì 13 novembre fino ad oggi, cavalieri e dame si sono riuniti a Roma per i lavori della Consulta che si svolgono ogni cinque anni. A partire dall’ultima Consulta del 2013 l’Ordine, ha osservato il Papa, «è cresciuto nel numero dei suoi membri, nell’espansione geografica con la creazione di nuove articolazioni periferiche, nell’assistenza materiale che ha offerto alla Chiesa in Terra Santa e nel numero di pellegrinaggi compiuti dai vostri membri».

Esortando a pregare costantemente per i fedeli in difficoltà, Francesco, nel suo discorso, ha poi parlato di «martirio bianco», quello che va di pari passo al «martirio del sangue» e che si verifica ad esempio «nei Paesi democratici quando la libertà di religione viene limitata». 

Il Pontefice indica, quindi, le vie del dialogo e del «mutuo rispetto» per costruire la pace. Ringrazia quindi l’Ordine del Santo Sepolcro «per il sostegno ai programmi di utilità pastorale e culturale» e incoraggia a proseguire il lavoro fianco a fianco con il Patriarcato Latino di Gerusalemme «nel far fronte alla crisi dei rifugiati che negli ultimi cinque anni ha indotto la Chiesa a fornire una significativa risposta umanitaria in tutta la regione». 

«È un bel segno - ha commentato il Papa - che le vostre iniziative nel campo della formazione e dell’assistenza sanitaria siano aperte a tutti, indipendentemente dalle comunità di appartenenza e dalla religione professata. In questo modo voi contribuite a spianare la strada alla conoscenza dei valori cristiani, alla promozione del dialogo interreligioso, al mutuo rispetto e alla reciproca comprensione». 

Si tratta di un «meritorio impegno», ha sottolineato il Pontefice, attraverso il quale «anche voi date il vostro apporto alla costruzione di quella via che porterà, lo speriamo tutti, al raggiungimento della pace in tutta la regione»

Da qui una riflessione sulla «missione nel mondo» dell’Ordine del Santo Sepolcro: «Non dimenticate - ha ammonito il Papa - che non siete un ente filantropico impegnato a promuovere il miglioramento materiale e sociale dei destinatari. Siete chiamati a porre al centro e come scopo finale delle vostre opere l’amore evangelico al prossimo, per testimoniare dappertutto la bontà e la cura con cui Dio ama tutti». 

«L’ammissione nel vostro ordine di Vescovi, Sacerdoti e Diaconi non rappresenta assolutamente una onorificenza», ha aggiunto anche Papa Francesco. «Fa parte dei loro compiti di servizio pastorale assistere quanti fra di voi hanno un ruolo di responsabilità fornendo occasioni di preghiera comunitaria e liturgica ad ogni livello, continue opportunità spirituali e di catechesi per la formazione permanente e per la crescita di tutti i componenti dell’Ordine». 

A conclusione dell’udienza, Bergoglio ha raccomandato di associare all’opera di soccorso materiale verso le popolazioni così duramente provate, la preghiera incessante alla Madonna, venerata dall’Ordine col titolo di “Nostra Signora di Palestina”: «Lei è la Madre premurosa e l’aiuto dei cristiani, per i quali ottiene dal Signore fortezza e conforto nel dolore». 

Il Papa ha quindi benedetto l’icona di “Nostra Signora dei Cristiani Perseguitati”, che i cavalieri porteranno in ciascuna delle loro Luogotenenze: «Invochiamo insieme - è stata la sua preghiera - la sollecitudine di Maria per la Chiesa in Terra Santa e, più in generale, in Medio Oriente, insieme alla sua speciale intercessione per coloro la cui vita e la cui libertà sono in pericolo».

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