«La città di Venezia, con la sua bellezza ma anche con la sua fragilità – che abbiamo sperimentata di recente con l’acqua alta eccezionale – ci suggerisce inevitabilmente l’importanza di una visione globale dell’uomo, nella sua relazione con Dio, con gli altri e con il creato». È un passaggio del discorso di saluto rivolto dal patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, in visita in questi giorni nella città lagunare.

«Cura e custodia dell’ambiente – la nostra casa comune – animate da un’autentica sensibilità ecologica e secondo un utilizzo intelligente delle conoscenze e delle risorse, perché fede e ragione camminano insieme, vanno così sempre di pari passo con il rispetto della dignità e del valore di ogni persona e di ogni vita», ha detto il vescovo che - riporta il settimanale diocesano Gente Veneta - ha ricevuto Bartolomeo e i suoi collaboratori, tra cui il metropolita Gennadios, nel palazzo patriarcale.

Il valore storico e simbolico di Venezia come città capace di creare legami è stato sottolineato da Moraglia: «Venezia, da sempre, risplende e risalta come luogo privilegiato d’incontro, di convivenza e dialogo tra popoli, comunità e persone segnate da differenze – anche nel loro credo religioso – ma non per questo lontane e tantomeno ostili. Avvertiamo, oggi, in un tempo segnato da diffusa secolarizzazione, come in modo particolare le Chiese cristiane siano chiamate sempre più ad offrire al mondo una testimonianza credibile e credente, amorevole, della Verità e dei doni di grazia che hanno, non per loro merito, ricevuto».

«La fede e la vita in Cristo – ha aggiunto il patriarca di Venezia – ci possiedono e spingono a mostrare come la dimensione religiosa sia arricchimento vero per la vita di una società e stimolo continuo a ricercare le strade dell’unità, della pace e della riconciliazione, anche di fronte a ferite e conflitti».

Da parte sua Bartolomeo, ha rivolto a monsignor Moraglia parole di gioia per essere tornato a Venezia e un ringraziamento per la cordiale e bella accoglienza ricevuta da tutti in questi giorni. Il patriarca ecumenico ha visitato anche la Basilica della Salute, accolto dal rettore del Seminario, don Fabrizio Favaro, dal responsabile diocesano per il dialogo ecumenico e da tutta la comunità dei seminaristi.

Il primate ortodosso ha ricordato l’importanza che la festa del 21 novembre, Presentazione al Tempio di Maria, ha anche nel calendario liturgico ortodosso. Ha infine donato in ricordo ai sacerdoti e ai seminaristi una piccola immagine che lo ritrae con Papa Francesco nella nunziatura di Gerusalemme, sottolineando l’impegno ecumenico del Patriarcato di Costantinopoli e le ottime relazioni con il Pontefice. Giunto ai piedi dell’altare Bartolomeo ha venerato l’antica icona della Vergine Mesopanditissa, tanto cara e nota ai veneziani con il titolo di “Madonna della Salute”. Dopo aver cantato con il suo clero una antifona mariana in greco, il primate ortodosso ha invitato i presenti a pregare l’Ave Maria e il Padre nostro in latino.

I commenti dei lettori