È arrivato ieri, 16 novembre, a Bamako, capitale del Mali, il cardinale Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin: vi si fermerà fino a lunedì per celebrare con la Chiesa loca i suoi 130 anni di presenza nell’ex colonia francese nonché l’importante pellegrinaggio mariano a Kita, arrivato ormai alla sua 47esima edizione dedicata al tema “Con Maria, quali giovani per il Mali e la Chiesa?” . Proprio in questa cittadina domani, domenica 18 novembre, il cardinale Parolin presiederà la messa di chiusura di queste ricorrenze tra cui il 30esimo dell’ordinazione episcopale del cardinale Jean Zerbo, creato da Papa Francesco nel Concistoro del giugno 2017.

Ieri, Parolin ha incontrato il presidente della Repubblica Ibrahim Boubacar Keïta, che già aveva incontrato, giorni fa, a Parigi in occasione delle celebrazioni del centenario dell’armistizio che mise fine alla Prima guerra mondiale. Il capo di Stato ha ricevuto il cardinale in udienza nel Palazzo presidenziale di Koulouba. La pace nel continente, la crisi economica e i flussi migratori verso l’Europa, come pure i buoni rapporti diplomatici tra Mali e Santa Sede, sono stati i temi principali affrontati durante il colloquio, secondo quanto riferito dalla stampa locale, che riporta anche come il porporato si sia mostrato molto colpito dalla bellezza del panorama notturno di Bamako, che ha potuto osservare dall’alto del giardino del Palazzo presidenziale con la guida del presidente.

«Sono molto felice di sapere che esiste una buona relazione tra Chiesa e Stato e che l’una e l’altro nel loro reciproco rispetto collaborino per il bene del Paese, per il bene del popolo e della società», ha detto il segretario di Stato. Parlando poi del pellegrinaggio a Kita, ha aggiunto: «La maggior parte della popolazione maliana è giovane. Il mio quindi è un invito ai giovani a impegnarsi e contribuire alla costruzione del Paese, alla costruzione della pace, allo sviluppo e alla stabilità della nazione. La Chiesa, con Maria, la Madre del Signore, lancia dunque quest’appello alle nuove generazioni».

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