Il 2 novembre di cent’anni fa nasceva a Barcellona Raimon Panikkar, colui che più di chiunque altro è il simbolo del dialogo tra le culture e le religioni. Sacerdote e teologo cattolico, nel suo percorso il cristianesimo si fa compenetrare dalle grandi correnti spirituali dell’India. Di se stesso scrisse: «Sono “partito” cristiano, mi sono “scoperto” indù e “ritorno” buddhista, senza avere mai cessato di essere cristiano». Visse insomma quella che considerò «l’avventura mistica di vedere la verità dall’interno di più di una tradizione religiosa». 

Filosofo suo malgrado, nel suo pensiero si può scorgere la fine della filosofia soltanto occidentale e l’inizio di quella del mondo intero. Scrisse: «Nessuna cultura, nessuna religione può da sola risolvere il problema umano. Da qui la necessità urgente di una mutua fecondazione tra le tradizioni umane... Siamo vicendevolmente relazionati e la soluzione non potrà mai essere unilaterale». In occasione del centenario della sua nascita, varie iniziative stanno avendo luogo in Italia e nel mondo. 

A Torino, dove già due anni fa si svolse un importante convegno sulla sua figura, Panikkar viene ora ricordato in un incontro organizzato per lunedì 19, alle 18, presso la basilica della Consolata. A promuoverlo sono l’Osservatorio sul Pluralismo Religioso, l’associazione interreligiosa Interdependence, il Movimento dei Focolari e il movimento interreligioso Noi siamo con voi, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte e del Comitato regionale per il Diritti umani. In rappresentanza di quest’ultimo ci sarà Giampiero Leo, modera e introduce don Ermis Segatti della Facoltà Teologica. Intervengono Luigi Berzano e Stefano Piano, professori emeriti rispettivamente di Sociologia e Indologia dell’Università di Torino, e Claudio Torrero, di Interdependence.

 

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