È stata dedicata al personale della Santa Sede la riunione interdicasteriale convocata da Papa Francesco la mattina di lunedì 26 novembre 2018 in Vaticano. L'incontro, al quale hanno preso parte i capi dei dicasteri, si è aperto con due relazioni: quella del cardinale Angelo Becciu, per sette anni Sostituto della Segreteria di Stato, e quella del cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato.

 

Tema centrale, il ruolo degli oltre 4.500 dipendenti della Santa Sede, in parte laici e in parte sacerdoti, religiosi e religiose. Le percentuali variano a seconda degli uffici e dei dicasteri: al Governatorato, ad esempio, il 90 per cento dei circa 2000 dipendenti sono laici. 

 

Si è parlato del problema della sostenibilità dei costi e della necessità di ridurre le spese generali, limitando al massimo il turnover e dunque senza sostituire le persone che raggiungono l'età della pensione. Ci sono poi le necessità espresse soprattutto dai capi dei nuovi dicasteri istituiti negli ultimi anni (per lo più grazie ad accorpamenti) nel cammino della riforma della Curia. Ci sono casi in cui sarebbe necessario assumere nuovo personale specializzato, che conosca le lingue. 

 

Dal 2012 è attiva Oltretevere la Commissione indipendente di valutazione per le assunzioni di personale laico presso la Sede Apostolica (CIVA), che attualmente ha raccolto i curricula di circa 2000 persone che si sono proposte per un'assunzione.

 

Una preoccupazione del Papa, oltre a quella della trasparenza, della giustizia e dei criteri chiari per il reclutamento del personale, riguarda la cura pastorale e spirituale di coloro che prestano servizio nella Santa Sede, con un adeguato accompagnamento anche nelle situazioni di difficoltà familiari. 

 

Per quanto riguarda i sacerdoti, specie quelli più giovani, l'invito è a svolgere attività pastorale presso qualche parrocchia romana durante i fine settimana. Si è parlato anche della possibilità di favorire contratti quinquennali rinnovabili per i sacerdoti che arrivano dalle diocesi, così da non trattenerli in Curia - come indicazione generale - per più di un decennio: questo dovrebbe favorire la disponibilità da parte dei vescovi ad inviare a Roma i preti del loro presbiterio.

 

Com'è noto, è in fase di gestazione la nuova Costituzione apostolica sulla Curia romana, intitolata “Praedicate Evangeliumˮ, che sostituirà quella vigente, la “Pastor Bonusˮ di Giovanni Paolo II. Dopo la promulgazione della nuova Costituzione si procederà anche ad elaborare un nuovo regolamento della Curia romana.

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