Un atteggiamento di saggezza da parte di tutti per evitare di arrivare a «punti di non ritorno». È l’auspicio espresso oggi al Sir dal cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin. Mentre continua a salire la tensione tra Ucraina e Russia dopo l’incidente navale tra il Mar di Azov e il Mar Nero e Kiev annuncia l’introduzione della legge marziale, in un’intervista al Washington Post il presidente americano Donald Trump annuncia che il bilaterale con il presidente russo Vladimir Putin, previsto in occasione del G20 di Buenos Aires, potrebbe saltare.

Interpellato dall’agenzia dei vescovi italiani a margine di un incontro con il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, promosso oggi in Vaticano dall’associazione Rondine Cittadella della Pace, il cardinale Parolin commenta: «È una questione molto, molto complessa». E aggiunge: «Non avrei adesso informazioni da dare, se non esprimere una grande preoccupazione per questa tensione che va crescendo e che certamente non augura nulla di buono. Auspico da parte di tutti un atteggiamento di saggezza per evitare che si arrivi a punti di non ritorno».

Nell’incontro con il Corpo diplomatico presso la Santa Sede, promosso con l’ambasciatore decano George Poulides, tenutosi oggi nell’Aula Vecchia del Sinodo, il porporato ha invece affermato che «la politica deve ritrovare il suo ruolo di mediazione sociale per edificare il bene comune e una propensione a collaborare nel ricercare soluzioni condivise, sia a livello internazionale nelle relazioni tra gli Stati che all’interno della società civile a fronte del prevalere di nuove forme di odio e intolleranza. Un contesto - ha detto - che oggi mette in serio pericolo l’interlocuzione sui diritti umani che abbiamo il dovere di tutelare e implementare».

«L’impegno della Santa Sede - ha assicurato il Segretario di Stato - è quello di promuovere il più ampio confronto possibile con tutti i soggetti e le istituzioni che si adoperano per tutelare i diritti dell’uomo e promuovere il bene comune e lo sviluppo sociale». In particolare il cardinale ha rivolto il suo pensiero ai giovani, auspicando che «possano divenire quella nuova classe dirigente di cui c’è urgente bisogno, capace di dialogare e trovare soluzioni alle conflittualità sempre più diffuse e differenti, mettendo al centro il bene comune e il rispetto dei diritti di tutti, a partire dai più deboli».

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