Il gup Giacomo Marson ha inflitto undici condanne, con pene variabili dai 10 mesi e 20 giorni ai 6 anni, 9 mesi e 10 giorni, al termine di un processo sulla presenza della ’ndrangheta a Torino e in Alta Valle di Susa. Le accuse variavano dall’associazione mafiosa all’estorsione, all’usura e all’intestazione fittizia di beni.

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L’inchiesta dei carabinieri, coordinata dal pm Paolo Toso, ruotava intorno ai fratelli Adolfo e Aldo Cosimo Crea, considerati elementi di spicco dell’organizzazione, già condannati nei processi Minotauro e Big Bang, e a Giuseppe Ursino, nipote del boss di Bardonecchia (morto nel 2009 a 71 anni) Rocco Lo Presti.

Adolfo Crea è stato condannato a 4 anni e 5 mesi, Aldo Cosimo a 4 anni e 8 mesi. La pena più elevata è stata inflitta a Ursino, il quale, secondo le indagini, per eludere le confische e agevolare il riciclaggio, aveva fatto intestare alcune attività, tra cui un bar e una pizzeria a Bardonecchia, un ristorante ad Alpignano e un altro locale pubblico nel centro di Torino, ad alcuni prestanome.

Il gup ha assolto due persone, tra cui Luigi Crea (figlio di Adolfo), accusato di concorso in estorsione. Tre imputati invece sono state rinviati a giudizio.

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