L’invito personale, con la firma di Francesco, è esteso anche lui. Il cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston e presidente della Pontificia commissione per la tutela dei minori sarà presente al summit convocato dal Pontefice il prossimo febbraio per discutere e prendere decisioni sulla lotta agli abusi contro i minori da parte del clero. All’incontro, com’è noto, sono stati invitati i presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo, insieme ai capi dicastero della Santa Sede. 

 

Aveva fatto discutere la mancata inclusione del porporato americano nel comitato organizzatore del summit, e visto che nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, insieme ai nomi indicati dal Papa per il gruppo di chi organizza, erano elencate anche per sommi capi le categorie di invitati in nessuna delle quali sembrava rientrare O’Malley, c’era chi aveva ipotizzato che la sua partecipazione non fosse proprio prevista. Una scelta che aveva sollevato domande e perplessità.

 

Il cardinale, dal canto suo, aveva tentato di smorzare polemiche e speculazioni quello stesso giorno, con una dichiarazione nella quale ringraziava Francesco per l’incontro, spiegava di aver avuto un qualche ruolo nella sua iniziale ideazione e diceva di non vedere l’ora di prendervi parte. «La proposta per questo tipo di incontro era stata sviluppata dalla Pontificia commissione per la protezione dei minori, è stata discussa dal Consiglio dei cardinali (C9, ndr), e successivamente accettata dal Santo Padre. Io sono contento che questo incontro sia stato convocato dal Santo Padre e sono contento di parteciparvi». 

 

Papa Bergoglio ha affidato alla commissione presieduta da O’Malley un ruolo significativo nella preparazione dell’evento, indicando il gesuita Hans Zollner -presidente del Centro per la protezione dei minori della Pontificia Università Gregoriana e membro della Pontificia commissione per la tutela dei minori - quale referente del comitato.

 

Ma l’invito personale, assicurano le fonti consultate da Vatican Insider, è previsto per cardinale arcivescovo di Boston in quanto membro del C9, cioè del Consiglio dei cardinali che dal 2013 aiuta il Papa per la riforma della Curia romana e il governo della Chiesa universale.  Proprio nell’ambito del C9 era stata discussa la proposta del summit poi convocato da Francesco per affrontare, con un approccio globale che tenga conto delle diverse situazioni nel mondo, il grave problema degli abusi e della tutela dei minori. 

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