«Dite alle persone che incontrate che il Papa pensa al Pakistan». Papa Francesco assicura la sua vicinanza alla popolazione del Paese asiatico, recentemente scenario di dure proteste dopo l’assoluzione della cristiana Asia Bibi, durante l’udienza di oggi ai membri dell’associazione “Missione Shahbaz Bhatti”, intitolata al ministro federale delle Minoranze Religiose in Pakistan ucciso da estremisti nel 2011 proprio per la difesa di Asia Bibi.

Per proseguire la missione di Bhatti, l’associazione oggi lotta contro le discriminazioni religiose e violente e fornisce assistenza alle vittime di false accuse. Il gruppo è guidato da Paul Bhatti, fratello di Shahbaz, che questa mattina ha salutato il Papa.

«Assicurare assistenza alle vittime di false accuse per realizzare segni concreti di lotta alla povertà e alle moderne schiavitù», e «farlo con lo stile evangelico, che unisce fermezza e mitezza», è stato il mandato affidato da Francesco ai membri dell’organismo. «Auspico - ha detto - che, sostenuti dalla preghiera e dalla solidarietà fattiva di tanti, possiate estendere la vostra azione in tutte le zone del Pakistan dove i cristiani e le altre minoranze sono più presenti e, purtroppo, anche discriminati e fatti oggetto di soprusi e violenze».

«Possa il vostro segno distintivo - è stata la raccomandazione del Pontefice - essere sempre quello che brilla nella testimonianza di Shahbaz Bhatti e di tanti altri martiri del nostro tempo, vale a dire la fede umile e coraggiosa nel Signore Gesù e la capacità di mettere amore dove c’è odio».

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