Una preghiera alla Madonna per tutti gli abitanti di Roma perché non si rassegnino ai «disagi» che sono costretti a vivere quotidianamente e per i governanti della città perché abbiano «saggezza e lungimiranza». Poi un “dialogo” appassionato: «Tu sai cosa vuol dire portare in grembo la vita e sentire intorno l’indifferenza, il rifiuto, a volte il disprezzo. Per questo ti chiedo di stare vicina alle famiglie che oggi a Roma, in Italia, nel mondo intero vivono situazioni simili, perché non siano abbandonate a sé stesse, ma tutelate nei loro diritti, diritti umani che vengono prima di ogni pur legittima esigenza». Il colloquio “a tu per tu” tra il Papa e la Vergine Maria, rappresentata nella enorme statua dell’Immacolata che si erge in piazza Mignanelli, si svolge in piazza di Spagnacuore del lusso capitolino, dove Francesco svolge il tradizionale atto di venerazione per la solennità dell’Immacolata.

Sono 65 anni che un Pontefice si reca ai piedi di questo monumento mariano realizzato dall’architetto Luigi Poletti e dallo scultore Giuseppe Obici in onore dell’Immacolata Concezione, dogma stabilito da Pio IX nel 1854. Il primo fu Giovanni XXIII che vi portò un cesto di rose bianche, e poi da lì via via tutti i successori fino a Jorge Mario Bergoglio, che sin dal suo primo affaccio dalla Loggia delle benedizioni non ha mai nascosto la propria devozione mariana. 

Devozione resa evidente anche dai continui omaggi alla “Salus Populi Romani”, l’icona che la tradizione vuole dipinta da San Luca custodita nella Basilica di Santa Maria Maggiore, protettrice di tutti gli abitanti dell’Urbe. Anche oggi pomeriggio, intorno alle 15.15, Francesco si reca nel tempio liberiano: è la sessantaseiesima volta. Vi rimane qualche istante in preghiera davanti alla effigie mariana e posa il suo omaggio floreale. 

Da lì, a bordo di una Ford Escort blu, si reca in piazza di Spagna. Il segnale del suo arrivo è lo scroscio di applausi che si diffonde fino alle vie limitrofe, tradizionalmente dedicate allo shopping, e si concentra in piazza Mignanelli dove circa 10mila turisti e fedeli - molti dei quali migrati dall’Angelus delle 12 in piazza San Pietro, a cui il Papa stesso aveva chiesto di “accompagnarlo” - sono assiepati dietro le transenne. 

In prima fila ci sono circa 300 malati portati dai volontari dell’Unitalsi, seduti sulle sedie a rotelle con le coperte di lana sulle gambe. A loro si dedica il Papa al termine della sua preghiera, scambiando carezze, benedizioni e strette di mano. Ad una vecchietta che tentava di alzarsi, le poggia le mani sulle spalle chiedendole di stare seduta; da un’altra riceve in dono un pacco di biscotti.

Appena arrivato, in anticipo di alcuni minuti, Bergoglio è accolto dal cardinale Angelo De Donatis, vicario di Roma, dalla sindaca Virginia Raggi che, con la fascia tricolore, lo saluta e gli sussurra alcune parole, e dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti

Francesco si dirige quindi ai piedi della enorme colonna sulla cui sommità i Vigili del Fuoco hanno posto questa mattina una corona di fiori bianchi. Anche il Papa porta dei fiori ma soprattutto porta le sue intenzioni di preghiera per la città di Roma di cui, come ha sempre tenuto a specificare, è il Vescovo. Alla Madonna affida tutti: i governati e i poveri, i malati e le famiglie in difficoltà, i parroci e i consacrati, gli studenti e gli anziani. «Veglia su questa città, sulle case, sulle scuole, sugli uffici, sui negozi, sulle fabbriche, sugli ospedali, sulle carceri», dice nella orazione composta per la Solennità.

In essa il Papa parla direttamente alla Vergine: «Madre Immacolata... nel mio animo porto i fedeli di questa Chiesa e tutti coloro che vivono in questa città, specialmente i malati e quanti per diverse situazioni fanno più fatica ad andare avanti». Grazie, dice il Pontefice, «per la premura materna con cui accompagni il nostro cammino: quante volte sentiamo raccontare con le lacrime agli occhi da chi ha sperimentato la tua intercessione, le grazie che chiedi per noi al tuo Figlio Gesù!».

In particolare il Papa esprime la gratitudine per la «grazia ordinaria» che la Madonna opera «alla gente che vive a Roma: quella di affrontare con pazienza i disagi della vita quotidiana. Ma per questo ti chiediamo la forza di non rassegnarci, anzi, di fare ogni giorno ciascuno la propria parte per migliorare le cose, perché la cura di ognuno renda Roma più bella e vivibile per tutti; perché il dovere ben fatto da ognuno assicuri i diritti di tutti».

E pensando al «bene comune» della Capitale, Francesco prega «per coloro che rivestono ruoli di maggiore responsabilità: ottieni per loro saggezza, lungimiranza, spirito di servizio e di collaborazione».

Un pensiero va anche ai sacerdoti della Diocesi: «i parroci, i viceparroci, i preti anziani che col cuore di pastori continuano a lavorare al servizio del popolo di Dio, i tanti sacerdoti studenti di ogni parte del mondo che collaborano nelle parrocchie. Per tutti loro ti chiedo la dolce gioia di evangelizzare e il dono di essere padri, vicini alla gente, misericordiosi». Il Papa affida alla Madonna anche tutte «le donne consacrate nella vita religiosa e in quella secolare, che grazie a Dio a Roma sono tante, più che in ogni altra città del mondo, e formano un mosaico stupendo di nazionalità e culture». 

«O Madre di Gesù, un’ultima cosa ti chiedo - prega ancora Francesco -, in questo tempo di Avvento, pensando ai giorni in cui tu e Giuseppe eravate in ansia per la nascita ormai imminente del vostro bambino, preoccupati perché c’era il censimento e anche voi dovevate lasciare il vostro paese, Nazareth, e andare a Betlemme… Tu sai cosa vuol dire portare in grembo la vita e sentire intorno l’indifferenza, il rifiuto, a volte il disprezzo. Per questo ti chiedo di stare vicina alle famiglie che oggi a Roma, in Italia, nel mondo intero vivono situazioni simili, perché non siano abbandonate a sé stesse, ma tutelate nei loro diritti, diritti umani che vengono prima di ogni pur legittima esigenza». 

Dopo la preghiera seguono le litanie e l’antico canto mariano del Tota pulchra (“Tutta bella sei Maria”). Papa Francesco saluta alcuni sacerdoti romani e si intrattiene per un rapido colloquio con De Donatis, quindi si congeda dalla piazza non per tornare in Vaticano ma per dirigersi nella vicina via del Tritone. 

Anche quest’anno è previsto infatti un “fuori programma”: la visita alla redazione de Il Messaggero, lo storico giornale di Roma che a settembre ha compiuto 140 anni. Un gesto di vicinanza al mondo del giornalismo e dell’editoria che vive una fase di crisi.

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