Il protocollo d’intesa ha l’obiettivo di favorire il pluralismo religioso nei penitenziari, dove è in aumento il numero di confessioni religiose tra i detenuti. Lo hanno firmato oggi, lunedì 10 dicembre, a Palazzo Civico l’assessore Marco Giusta (Comune di Torino), Gabriella Picco (direttrice istituto minorile Ferrante Aporti), Domenico Minervini (direttore Casa circondariale Lorusso e Cutugno) e Monica Gallo (garante dei diritti dei detenuti della Città).

Prevede di fornire a tutti i detenuti l’assistenza spirituale dei propri ministri di culto (cappellani, imam, etc.) e garantire a tutti uno spazio nel quale pregare, qualunque sia la religione professata. Prevede, inoltre, di aprire un tavolo cui i responsabili dei due penitenziari siederanno per scambiarsi informazioni sul tema al fine di prevenire tensioni: si confronteranno, dunque, sulle misure da adottare per scongiurare episodi di violenza tra detenuti di diverse religioni e contrastare il fenomeno della radicalizzazione.

«L’auspicio è che il protocollo sia firmato anche dalla prefettura per portare queste direttive nei Cpr», ha detto Monica Gallo, ricordando come la stesura del documento sia iniziata un anno e mezzo fa. Si tratta di un percorso in parte già avviato, che sarà rafforzato. Come ha ricordato Minervini, già oggi un imam si reca tre volte al mese nel carcere Lorusso e Cutugno per la preghiera dei detenuti di fede musulmana (tra loro non ci sono quelli monitorati per rischio radicalizzazione, una decina in tutto, che non possono partecipare alle preghiere collettive: gli imam parlano singolarmente con loro). Anche il Ferrante Aporti, un anno fa, ha deciso di avvalersi della collaborazione di un imam per supportare i giovani detenuti di fede islamica: «Sarà importante - ha sottolineato Monica Gallo - realizzare attività interreligiose che permettano di aprire un dialogo in prima battuta tra i diversi ministri di culto e, a un secondo livello, anche tra i detenuti di diverse religioni».

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