Arriva nelle sale, l’11 e il 12 dicembre, L’uomo che rubò Banksy il film di Marco Proserpio, con musica originale di Federico Dragogna, Victor Kwality e Matteo Pansana. La street art è come un bug nel sistema, un punto in cui le nostre nozioni di valore, di giusto, di sbagliato, di bello e di brutto, di transitorio e di eterno, si ingarbugliano a tal punto che non riusciamo più a credere alle nostre stesse opinioni. Come racconta Federico Dragogna The Man Who Stole Banksy parla di questa matassa inestricabile che rimbalza dalla Palestina alla Danimarca fino a Los Angeles: «Per la colonna sonora dopo i primi esperimenti strumentali, ci accorgemmo di come ci fosse bisogno di parole e addirittura di vere e proprie canzoni, di un flusso vitale parallelo alle vicende del film che non si limitasse a enfatizzare le immagini più crude o le facce più segnate, ma che dicesse qualcosa in più dell’assurdo intreccio di vite che unisce un tassista culturista arabo a un gallerista di Copenaghen». A fare da ambasciatore e da cantastorie è arrivato quindi Victor Kwality, una voce che parla tutti i generi e le lingue - anche quelle che non sa.

Lucky Day, il brano che chiude il film, è il suo tentativo di calarsi negli occhi di un ragazzo di Betlemme e raccontare, da un’altra prospettiva ancora, la speranza e la disillusione del vivere in una città attraversata da un muro. No Borders fa invece quasi da sigla per The Man Who Stole Banksy: è una canzone solare e scurissima che mette insieme Lennon, il punk del 77 e il senso di impotenza che oggi mezzo mondo ha davanti alla continua autocelebrazione dell’altra metà. Far Away From Home è la telefonata di chi è lontano e sa che non gli basteranno le parole esistenti per colmare la distanza, Who’s The Law un blues elettronico che ricorda l’asino vero che, nel mezzo del film, si vede camminare sulla terra brulla della Cisgiordania - storto e indifferente a quello che gli succede attorno.

«Ne è venuto fuori un disco che forse, tra vent’anni, sarà difficile da datare: ha dentro l’eredità del trip hop e della rave culture, ma anche Bob Marley, i Madness, le voci dei muezzin, canti popolari africani e sintetizzatori scandinavi. Un disco che nasce dalla città, dalla vita tra i palazzi, da giornate seminterrate che non vedono mai il cielo, e racconta come questo condizioni la nostra immaginazione - senza mai però riuscire a fermarla» aggiunge Dragogna.

«Curare le musiche di questo film, con un amico e per un amico, è stato un lavoro immenso e al tempo stesso stimolante e bellissimo - spiega Victor Kwality-. Scrivere la musica di un film il cui protagonista è un muro-opera Soldier with the Donkey di Banksy e il cui voice over è di Iggy Pop non poteva che essere una grande responsabilità che Federico Dragogna ed io abbiamo deciso di assumerci perchè abbiamo una grandissima stima del lavoro di Marco Proserpio e perché in generale le cose belle e difficili ci rallegrano molto. Durante le registrazioni ci siamo accorti che i brani avevano un filo conduttore molto forte e rappresentativo e per questo abbiamo deciso di fare un vero disco, non volevamo disperdere l’emozione provata in questo meraviglioso viaggio sonoro».

La colonna sonora è distribuita da C.A.M. Creazioni Artistiche Musicali S.r.l. una Società del gruppo Sugar.

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