Strasburgo si rialza dallo shock provocato dall’attentato terroristico dell’11 dicembre che ha registrato tre morti e decine di feriti, alcuni in modo grave come il giornalista italiano Antonio Megalizzi attualmente in coma in lotta tra la vita e la morte. Ieri sera l’arcivescovo della città francese, monsignor Luc Ravel, ha celebrato una veglia di preghiera in cattedrale per le vittime e i feriti dell’attacco ai mercatini di Natale, alla quale hanno preso parte il sindaco e le autorità politiche locali, i rappresentanti delle Chiese cristiane e tantissimi cittadini, molti dei quali hanno vissuto di persona le terribili scene dell’attentato. 

Durante la veglia si è pregato per i morti e i feriti e per le loro famiglie, come pure per la polizia, i gendarmi, i soldati e i vigili del fuoco «che hanno agito con ammirevole generosità e abilità» e tutti coloro che si sono impegnati nei soccorsi, come ristoranti e attività commerciali che hanno aperto le loro porte per dare rifugio a tutte le persone in fuga dalla follia di di Cherif Chekatt (ucciso ieri in uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine).

Nella sua omelia - riportata dall’agenzia Sir, presente alla funzione - monsignor Ravel ha affermato che: «Sarà il bene ad avere l’ultima parola», incitando quindi a non dare ragione al male né ai sentimenti di rabbia e di vendetta. Il presule ha elevato «al cielo la nostra angoscia»: «È bastato un istante» di «follia assassina di un solo individuo» per far «sprofondare la nostra città, capitale dell’Europa e dei diritti umani, dell’ecumenismo e della fraternità, nell’orrore e nella barbarie». Tuttavia ha esortato a non cedere all’odio perché non venga compromessa la vocazione a di Strasburgo alla «unità» e alla «solidarietà».

«La nostra sfida attuale è quella di proteggere quei piccoli semi di bellezza e bontà che sono già ammirevolmente presenti tra noi e spesso discreti», ha sottolineato ancora. «Il bene si guadagna se non ci lasciamo intrappolare dai vecchi demoni»: non solo questi gesti di estremismo, ma anche «i recenti episodi di antisemitismo commessi nel nome di una “fede” nazista che tagga le tombe per deridere i morti e i vivi» o «la strumentalizzazione politica che, con questo attacco, avvelenerà ancora la vera questione dei migranti».

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