I fischi a Koulibaly? «Dispiace sia accaduto a San Siro, ma si tratta di una minoranza che è vergogna del calcio e dell’umanità. L’arbitro avrebbe potuto fermare la partita». Va giù duro il vicesegretario generale della Fifa, Zvonimir Boban, parlando con Sky Sport dell’episodio razzista che ha visto coinvolto il difensore senegalese del Napoli. Interpellato a margine dei Globe Soccer Awards a Dubai, l’ex milanista si è detto «dispiaciuto tantissimo che sia accaduto in uno stadio come San Siro, la scala del calcio, con una tifoseria che ha educato il mondo del calcio. Perché anche nei derby c’è stata sempre rivalità, ma con rispetto e senza offese. È una delusione. Ma chiaramente non va accusato tutto un popolo, perché si tratta di un 99% di persone normali e dell’1% di idioti, che sono vergogna della società e dell’umanità - ha detto Boban - È difficile fermare il calcio per una minoranza, ma probabilmente in quell’occasione si poteva anche fermare la partita. Se l’arbitro l’avesse fatto, magari avrebbe fatto bene. Sulla violenza - prosegue - la Thatcher ci ha fatto vedere come si fa, l’ho detto cento volte, ma ora non si vuol fare. Il calcio non può fare nulla da solo, c’è bisogno dell’aiuto delle autorità, perché lo sport è sempre una cosa importante e sana per la società».

Boban si è quindi augurato l’addio al Mondiale per club: «Spero di sì, perché non soddisfa nessuno. Ogni persona acculturata calcisticamente lo ritiene inaccettabile, così come la Confederation Cup. È tempo di cambiare, di sbarazzarci di questi due tornei che non sono all’altezza per la Fifa. Serve un vero e proprio Mondiale per club ogni quattro anni», ha detto l’ex rossonero che ha anche parlato del lavoro di Gattuso: «Fare l’allenatore del Milan, soprattutto in questo Milan, è complicato. Chiaramente sei in difficoltà se non arrivano dei risultati, però non ho visto una critica feroce. Ma bisogna aspettare, vedere cosa farà fino alla fine, perché può arrivare in Champions League».

Infantino: “La violenza negli stadi va combattuta con leggi dure che vanno applicate”
Sui fatti di San Siro è intervenuto con durezza anche il presidente della Fifa, Gianni Infantino che invoca leggi più dure e maggiore responsabilità dei dirigenti per combattere il razzismo e la violenza negli stadi.

A Dubai per i Globe Soccer Awards, Infantino si dice solidale con il giocatore del Napoli Koulibaly, «sdegnato e triste» per gli insulti razzisti ricevuti dal campione senegalese, e poi lancia la sua ricetta per combattere un fenomeno che non accenna a placarsi e cammina di pari passo con la violenza negli stadi.

Infantino premette che questo non è solo un fenomeno italiano, e fa un invito netto ai club: «Gli ululati vanno condannati con la massima severità, ma devono essere uno stimolo per noi dirigenti, per abbassare i toni, perché certa aggressività, che poi sfocia in razzismo o violenza, a volte è anche dovuta a parole non sempre adatte di alcuni dirigenti».

Poi ci sono le leggi: «Non capisco - si chiede il numero uno della Fifa - come si possa andare a distruggere e fare casini in uno stadio, senza che succeda niente, come se fosse una zona franca. Vengano prese queste persone e messe dentro per un periodo. Si vadano a cercare i violenti, per farli uscire dal calcio; non sono migliaia, nemmeno centinaia, sono poche decine, li prendi e li metti fuori dagli stadi, e si rompe questa spirale della violenza» spiega il massimo dirigente del calcio. «So che le autorità hanno cose più serie e importanti da fare - ha aggiunto Infantino - ma la violenza nel calcio non è un problema serio e importante? Va combattuto con leggi dure. Vanno cambiate le leggi, soprattutto vanno applicate. Basta guardare i Paesi che hanno avuto situazioni ben più gravi dell’Italia. Ho in mente la Thatcher, lei anni fa ha risolto il problema degli hooligans in Inghilterra. Ci vuole la collaborazione di tutti, delle società, delle autorità».

L’impegno contro razzismo e violenza - dice Infantino - non sia solo «un fenomeno occasionale, di quando accade un incidente per poi dimenticarsene, ma un’attività di tutti i giorni. È inconcepibile che si possa morire per una partita di calcio» aggiunge, ricordando il tifoso morto nel prepartita di Inter-Napoli. Per cambiare strada, dice, «servono atti concreti. Bisogna lavorare tutti, far vedere che il calcio è molto aperto e tollerante. Quando venni eletto presidente proposi come segretario generale una donna senegalese, per la prima volta nella storia; nel calcio non c’è posto per il razzismo».

Infantino si sofferma anche sulla Var, per promuoverla «I gol in fuorigioco non esistono più, gli errori clamorosi gravi non esistono più» dice, sottolineando che la Var «è una evoluzione che fa bene al calcio e fa più giustizia».

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