Il primo spettacolo del nuovo anno porta stasera, alle 21 al teatro Toselli di Cuneo, per la stagione di prosa, la trasposizione di un capolavoro della letteratura russa , «Il Maestro e Margherita» di Michail Bulgakov, nella riscrittura teatrale di Letizia Russo, con gli attori del Teatro Stabile dell’Umbria, diretti da Andrea Baracco.

Il ruolo di Woland, il diavolo che irrompe a Mosca gettando la città nello scompiglio, è affidato a Michele Riondino, volto molto noto al pubblico per aver interpretato il giovane Montalbano nella serie televisiva. Coprotagonisti Francesco Bonomo, nella doppia veste del Maestro e di Ponzio Pilato e Federica Rosellini che dà voce, volto e gesti a Margherita.

Tre storie intrecciate

Il testo di Bulgakov è complesso, perché intreccia tre storie. La prima, che è anche l’incipit per le altre due, è quella del diavolo che arriva a Mosca, con l’inquietante aspetto di un professore di magia nera, accompagnato dal gatto parlante Behemoth, dal suo valletto Korov’ev e dalla strega Hella, per capire se c’è l’inferno in terra. La sua presenza porta a galla gli aspetti più oscuri dell’animo dei piccoli burocrati con cui viene a contatto. A fare da contrappunto a questa società meschina e corrotta (in cui si legge la critica politica di Bulgakov), c’è l’amore visionario tra il Maestro, uno scrittore vittima della persecuzione politica nella Russia degli Anni Trenta (l’epoca in cui uscì il romanzo più volte rielaborato dal suo autore) e Margherita e, infine, la storia di Ponzio Pilato che, in quanto governatore della Palestina, deve decidere la sorte di un innocente: Joshua.

Definito dalla critica uno degli allestimenti «più vivi e pungenti di questa stagione teatrale, qualcosa che risucchia come un buco nero, come un vortice che scava sempre più a fondo in noi, intorno al chi siamo, come siamo (sempre stati) o siamo diventati», il lavoro di Baracco «tiene inchiodati gli spettatori per quasi tre ore», complici l’ambientazione in un cubo fuligginoso senza tempo e la forza del dialogo e della recitazione, accolta con calorosi applausi nei teatri dove l’allestimento ha fatto tappa. Ha scritto Baracco nelle note di regia: «Il Maestro e Margherita è un romanzo pieno di colori potenti e assoluti, tutti febbrilmente accesi, quasi allucinanti. Si passa in un attimo dal registro comico alla tirata tragica, dal varietà più spinto all’interrogarsi su quale sia la natura dell’uomo e dell’amore. Basso e alto convivono creando un gioco quasi funambolico, pirotecnico, in cui ci si muove sempre sulla soglia dell’impossibile, del grottesco, della miseria e del sublime. A volte si ride, a volte si piange, spesso si ride e piange nello stesso momento. Insomma, in questo romanzo, si vive, sempre».

I biglietti sono andati esauriti in prevendita, si può sperare solo in qualche rinuncia. Ingressi da 11 a 30 euro, ridotti da 9 a 27 euro. Info allo 0171444812.

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