Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha confermato che sposterà l’ambasciata in Israele a Gerusalemme, senza però indicare una data. Il leader brasiliano aveva promesso di farlo in campagna elettorale, sull’esempio di Donald Trump, che ha trasferito l’ambasciata americana nella Città Santa lo scorso 14 maggio. Bolsonaro deve però fronteggiare l’opposizione dei Paesi arabi, che hanno minacciato rappresaglie commerciali. “Sono allineati o si stanno allineando con gli Stati Uniti – ha replicato -. Come ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, la decisione è presa, dobbiamo soltanto definire quando sarà messa in pratica”.

Durante la sua visita in Brasile, Netanyahu aveva assicurato che Bolsonaro gli aveva confermato la sua decisione e che restava da definire la data. La missione del primo ministro israeliano in America Latina ha avuto come clou l’insediamento del presidente brasiliano, ma ha visto anche incontri al vertice con altri leader della Regione, come il presidente dell’Honduras Juan Orlando Hernandez. Sul tavolo c’era anche lo spostamento dell’ambasciata honduregna a Gerusalemme. Netanyahu ha incontrato anche il capo dello Stato del Cile, Sebastian Pinera.

Finora sono Stati Uniti, Guatemala, e prossimamente l’Australia, hanno deciso di riconoscere la Città Santa come capitale di Israele. Un filo che unisce queste decisioni è la presenza di un forte elettorato evangelico, negli Stati Uniti come in Brasile, ma anche in Australia e Guatemala. Le Chiese evangeliche sono in genere schierate con lo Stato ebraico. L’elettorato evangelico ha dato una grossa spinta alla elezione di Bolsonaro, così come a quella di Trump in America.

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