«Profonda preoccupazione» per la sorte dei 49 migranti bloccati da giorni nel Mar Mediterraneo e una richiesta di «sostegno dei fratelli vescovi in Europa»: così i vescovi di Malta e Gozo nella lettera inviata al segretario generale della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), padre Olivier Poquillon.

Nella missiva - di cui dà notizia Vatican News - i presuli dell’isola sottolineano che per «ironia della sorte mentre noi cattolici celebravamo la natività del Nostro Signore che è stato respinto alla nascita, l’Europa ha rifiutato un rifugio a un gruppo di 32 migranti». Il riferimento è alle persone soccorse a largo della Libia due settimane fa e che il 2 gennaio sono state autorizzate a ripararsi da una tempesta nelle acque territoriali di Malta e a un secondo gruppo di 17 migranti bloccato in mare da cinque giorni.

«Si può solo immaginare l’ulteriore sofferenza sopportata da uomini, donne e bambini, la cui unica “colpa” è quella di fuggire da un ambiente crudele nella speranza di una vita migliore, che rispetti la dignità umana che noi cattolici ed europei promuoviamo fortemente come uno dei nostri valori fondamentali», si legge nel messaggio a firma di monsignor Charles J. Scicluna, vescovo di Malta, dell’ausiliare monsignor Joseph Galea Curmi e di monsignor Mario Grech, vescovo di Gozo.

«Questa situazione che ora ha un disperato bisogno di azione, ha spinto noi vescovi maltesi a rivolgerci ripetutamente ai leader del nostro Paese perchè esprimano la solidarietà in modo tangibile», proseguono i presuli che riconoscono che, nonostante i vincoli alla ricettività dovuti alle sue piccole dimensioni e all’alta densità di popolazione, Malta sta svolgendo un ruolo importante nel salvataggio e, quando possibile, nella delocalizzazione dei migranti. In questo contesto «la Chiesa di Malta sta collaborando attivamente con il governo maltese per offrire alloggio e ospitalità a questi migranti».

I vescovi si dicono quindi «consapevoli che situazioni così complesse richiedono una soluzione europea», per questo chiedono alla Comece di «invitare le Conferenze episcopali di tutta Europa ad intraprendere azioni simili e ad appellarsi ai leader dei rispettivi Paesi». Allo stesso tempo esortano i cattolici europei a pregare «affinché questo continente missionario custodisca i valori cristiani che hanno formato la sua identità, mostrando solidarietà e salvando i nostri fratelli e sorelle nel bisogno».

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