Palestinese uccisa a pietrate, sotto accusa cinque minorenni ebrei

La famiglia: sapevano che erano stati gli abitanti degli insediamenti

Palestinese uccisa a pietrate, sotto accusa cinque minorenni ebrei

I servizi interni israeliani, lo Shin Bet, hanno arrestato cinque minorenni ebrei, residenti in un insediamento in Cisgiordania, con l’accusa di aver ucciso a pietrate il 12 ottobre scorso Aisha Rabi, madre di otto figli. La donna era stata colpita alla testa mentre guidava la sua auto vicino a Nablus. Gli arresti, sabato, hanno suscitato un’ondata di proteste in Israele ma sono stati accolti con scetticismo fra i palestinesi. La famiglia di Aisha Rabi ha detto di non essere sorpresa: “Sapevamo fin dall’inizio che erano stati abitanti degli insediamenti”. La donna, 45 anni, aveva due figli maschi e sei figlie.

Il marito Yakub, che era con lei nell’auto quando è stata uccisa, ha confermato oggi di aver saputo “da amici” dell’arresto dei cinque minorenni: “Abbiamo sentito queste voci – commentato – ma non c’è nulla di ufficiale. In questo momento vogliano soltanto continuare con le nostre vite. Gli arresti arrivano troppo tardi, se si fosse trattato di arabi li avrebbero presi dopo un giorno o due”. In ogni caso, ha aggiunto, “sapevano che erano stati loro, non è il primo attacco di questo genere contro gli arabi di quella zona, gli arresti non mi restituiranno la mia vita”.

La famiglia Rabi vive nelle villaggio di Bidya in Cisgiordania, vicini alla cittadina di Netanya. Aisha era molto conosciuta e migliaia di persone hanno partecipato la funerale e la donna è stata dichiarata una “martire”. I cinque adolescenti sono accusati di “grave atto terroristico e omicidio”. I servizi interni guardano con preoccupazione l’emergere di quello che è stato definito “terrorismo ebraico” in Cisgiordania.

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