Una diatriba che va avanti da un anno e mezzo e che ora sembra essere arrivata all’ultima puntata. “CuciMilano”, il murale realizzato da Zed1 sulla parete del palazzo ad angola tra via Brembo e via Benaco, ora rischia di venire in parte coperto. O almeno questo è il timore dei committenti dell’opera, i soci del Madama Hostel, ostello-bistrot che nel palazzo hanno la sede. Pochi giorni fa il Comune ha dato l’ok affinché Clear Channel, la multinazionale che gestisce la pubblicità che si trova sul muro su cui è dipinta l’opera d’arte, possa modificare lo spazio pubblicitario. Se al momento infatti nella parte non disegnata del muro sono presenti due spazi pubblicitari per un totale di 36 metri quadri, dalle prossime settimane Clear Channel li sostituirà con un unico ingombro – anch’esso occupante un’area di 36 metri quadri – ma che, come ammettono dalla stessa società, avrà una cornice di dieci centimetri: “Da parte nostra possiamo sicuramente garantire che gli addetti che posizioneranno il nuovo ingombro faranno di tutto per stare quanto più possibile all’angolo del muro, così da preservare il disegno”. Ma i committenti di “CuciMilano”, che rappresenta una sarta intenta a cucire a macchina i simboli della milanesità sulle bandiere di tutto il mondo, non ne sono affatto contenti. “L’impressione è che la street art sia percepita ancora come un danno per fa business, e che quindi il murale sia un intralcio per i guadagni”, spiega a La Stampa Valentina Righini, una dei soci del locale.

Ma partiamo dall’inizio: a aprile 2017 Zed1, all’anagrafe Marco Burresi, realizza sul muro di un palazzo che appartiene a una signora romana e che lo ha dato in affitto, “CuciMilano”. A commissionarglielo, i ragazzi di Madama Hostel, che nel palazzo hanno la sede e che hanno adottato il murale come loro simbolo. Ma sorgono subito i primi problemi, poiché Clear Channel avanza la richiesta di ampliare gli spazi pubblicitari dentro il murale. A agosto 2017 quindi il Madama Hostel fa partire una raccolta fondi sulla piattaforma online Growish. Ma i soldi raccolti non sono abbastanza, così i promotori decidono di restituirli. Qualche mese dopo viene rinnovato il contratto tra Clear Channel e la proprietaria del palazzo. Nel frattempo il murale “CuciMilano” entra a far parte delle opere di Maua, il primo museo di arte urbana aumentata, nato dal progetto “Milano Città Aumentata”, tra i vincitori del “Bando alle Periferie” promosso dal Comune. Nelle settimane successive è la stessa Clear Channel a fare richiesta in Comune per modificare l’area pubblicitaria. La risposta arriva qualche giorno fa: sì. Da Palazzo Marino spiegano che, benché “CuciMilano” faccia parte di Maua, “non c’è da parte dell’amministrazione una tutela formale del murale realizzato in un luogo privato”. E proprio al sindaco Sala e all’assessore alla Cultura Del Corno – sarà indirizzata la lettera che il Madama Hostel invierà nelle prossime ore per chiedere di proteggere il murale. La battaglia non è ancora finita.

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