La prima tappa, dopo lo sbarco a Malta, potrebbe essere la «Casa delle culture» di Scicli, in Sicilia. Ma il viaggio successivo, con ogni probabilità, sarà verso il Piemonte. Con il passare delle ore pare questa la destinazione di una decina dei migranti africani a bordo della Sea Watch, destinati in Italia ma ospiti della Federazine delle sedi evangeliche. Tutte le spese legate ad alloggio, vitto e percorsi di inclusione e avviamento professionale, infatti, saranno coperte grazie ai fondi raccolti all'8 per mille della Tavola valdese.

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Il progetto, già rodato, è quello che si chiama «Mediterranean Hope», anche questo finanziato in larga parte dalla Chiesa evangelica e dall'Unione delle chiese metodiste e valdesi. La vicepresidente della Federazione, Christiane Groeben, era salita a bordo della nave Ong lo scorso 4 gennaio: La FCEI aveva da poco già stretto con Sea Watch un patto di partenariato per dare concretezza alle sue attività umanitarie, come per altro fanno da tempo le chiese protestanti tedesche.

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Proprio quel giorno era arrivata l'offerta di sostenere i costi del trasferimento e dell'accoglienza sia dei migranti a bordo della Sea Watch che della Sea Eye, quarantanove in tutti tra donne, uomini e bambini. Chi di loro è diretto in Italia? Il ministero dell'Interno parla di «famiglie» e indicativamente si dovrebbe parlare di tre nuclei. Al momento non è stata ancora resa nota la loro identità e di conseguenza anche il paese di provenienza.

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