Supercoppa a Gedda sì o no? L’avessero chiesto al presidente Scalfaro avrebbe risposto picche. È stato lui il primo, e per ora l’unico, dei politici italiani ed europei a chiedere conto ai sauditi della mancanza del principio di reciprocità in materia di culti religiosi.

La visita ufficiale

Era il luglio 1997 e Oscar Luigi Scalfaro, presidente della Repubblica, era in visita ufficiale in Arabia Saudita. Proprio Gedda, teatro del match tra Juventus e Milan il 16 gennaio. È domenica e il presidente, prima di iniziare il tour ufficiale con le autorità saudite, chiede di ascoltare la messa. Non ne ha mai saltata una in giro per il mondo. Gli rispondono che lì non è possibile nessun culto o fede religiosa al di fuori di quella islamica; lui ci rimane male e chiede agli addetti dell’ambasciata italiana come facciano a rinunciare al rito religioso. Gli dicono anche che lì la tradizione culturale prevede la pena di morte in piazza. Il presidente se la lega al dito e alla sera, prima di lasciare Gedda, nella cena di gala di commiato, interrompe tradizione e codice diplomatico e manda a dire al re saudita un paio di cose che nessun altro aveva osato fare. Se sulla pena di morte in pubblico come deterrente sociale e comandamento religioso, deve arrendersi all’usanza locale, sulla religione negata non transige. Dice di sentirsi «un po’ creditore» verso il mondo islamico: «Per aver partecipato all’inaugurazione della grande moschea di Roma, e perché appunto un’analoga libertà religiosa in Arabia non c’è».

Le riflessioni

«Quelle parole - commenta don Renato Sacco - sono un monito per chi invece ha continuato a dimenticare i principi morali in nome degli affari. Quello di Scalfaro deve essere un esempio». Paolo Cattaneo, presidente dell’Istituto Storico, che il 31 gennaio presenterà un nuovo libro su Scalfaro, ricorda che «sul principio di reciprocità ha sempre mantenuto un atteggiamento rigoroso e l’ha fatto anche in quella circostanza difficile». Per tornare al 1997 a Gedda, Scalfaro anticipò il ritorno in Italia: probabilmente non voleva rischiare di perdere qualche altra messa.

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