In Italia gli abusi e i maltrattamenti sui minori sono un fenomeno sempre più diffuso e in continua espansione, accentuato dai rischi collegati all’utilizzo delle nuove tecnologie e dalla vulnerabilità economica che mette in pericolo un numero sempre maggiore di nuclei familiari.

I quadri clinici del maltrattamento classico sono ormai noti: un bambino è maltrattato quando sono trascurate le sue esigenze di accudimento primario come pulizia, nutrimento, vestiario adeguato, o i suoi bisogni psicologici di base (trascuratezza, incuria); viene esposto a scene di violenza, fisica o verbale che si verificano tra gli adulti che si prendono cura di lui (violenza assistita); viene umiliato, denigrato, rifiutato, minacciato, punito, sottoposto a pretese ingiustificate (maltrattamento psicologico); oppure è vittima di un eccesso patologico di cure (ipercura), o le cure vengono fornite in modo incostante o inadeguato (discuria); viene percosso con le mani o con oggetti, o sottoposto a tagli o bruciature (maltrattamento fisico); viene toccato in modo intimo da un adulto, utilizzato come partner sessuale con un adulto, o esposto alla visione di rapporti sessuali tra adulti, o di materiale pornografico o quando la sua immagine è usata per scopi sessuali (abuso sessuale).

Tale elencazione segue in senso decrescente l’ordine di diffusione del fenomeno, secondo i dati più recenti. Inoltre nuove manifestazioni di maltrattamento si aggiungono continuamente, con l’espandersi della frequenza degli episodi di bullismo, cyberbullismo, stalking e pedopornografia. La sofferenza vissuta dal bambino nei casi di maltrattamento e abuso, ancor più se non riconosciuta, può avere importanti ripercussioni sulla sua salute fisica e mentale e lasciare dei segni indelebili, che incideranno sulla qualità della sua vita futura.

Estremente importante è il ruolo dei pediatri di famiglia nella vigilanza sul fenomeno in quanto possono prima di ogni altro intercettare i segnali di disagio e promuovere l’adozione dei provvedimenti più opportuni a tutela della salute fisica o emotiva dei bambini. Tuttavia, nonostante la loro presenza capillare sul territorio, le segnalazioni e le denunce di casi di maltrattamento da parte di medici, e pediatri in particolare, non sono molto frequenti. Purtroppo ancor oggi il pediatra è al centro di un sistema inadeguato ad affrontare e riconoscere i segnali dell’abuso. Critica è anche la mancanza di insegnamenti specifici sia a livello di corso di laurea che di scuola di specializzazione. Si avverte dunque la necessità di un sistema organizzato in maniera continua e permanente, in grado di coadiuvare lo specialista che nella pratica quotidiana sospetti o riconosca un abuso.

Il tema è stato ampiamente discusso nel corso del Seminario nazionale “Abuso & Maltrattamento all’Infanzia, dai fattori di rischio e dai sintomi di sospetto al riconoscimento e agli adempimenti normativi”, promosso e patrocinato dal CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia) anche con il patrocinio della Società Italiana di Pediatria e della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (19 - 20 ottobre 2018, Roma).

Alle proposte scaturite dal Seminario è seguita a fine novembre l’intesa tra Agia (Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza) e FIMPP (Federazione italiana medici pediatri) per la promozione di una rete pediatrica contro il maltrattamento e l’abuso nei confronti dell’infanzia allo scopo di intercettare e rilevare segnali di trascuratezza, negligenza e ogni altra forma di pregiudizio in danno di bambini e ragazzi e sollecitare interventi e azioni in raccordo con le istituzioni. Il protocollo d’intesa è stato sottoscritto da Filomena Albano (Agia) e da Paolo Biasci, presidente della FIMP.

«Per contrastare un fenomeno grave come quello degli abusi sull’infanzia è fondamentare investire nella prevenzione e nell’intervento precoce» spiega la Garante Filomena Albano. «Ci auguriamo una collaborazione proficua con tutti i colleghi che lavorano in questo settore, i pediatri ospedalieri, i neuropsichiatri infantili, gli psicologi ma anche e soprattutto con la magistratura, ricordando che è l’interesse superiore del bambino l’obiettivo comune e che ognuno di noi può fare la differenza - commenta il dottor Paolo Biasci -. La rete FIMP contro l’abuso e la violenza verso i bambini è uno spazio aperto a tutte le istituzioni e le forze attive nel nostro Paese e la sinergia con l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza sarà sicuramente il punto di forza per passare ad azioni concrete di contrasto del fenomeno».

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