Angela Grignano, la ragazza trapanese rimasta gravemente ferita per l’esplosione della boulangerie parigina di sabato scorso è in via di miglioramento. A parlare della sue condizioni è il fratello sacerdote, don Giuseppe, che con i familiari assiste la assiste all’ospedale “Tenon” di Parigi: «Angela sta reagendo bene, sa cosa le è successo. Quando finalmente ha potuto, ha chiesto ai medici le condizioni di polso e gamba. Ricordava tutto. Ha voluto sapere se tornerà a camminare».

L’esplosione ha martoriato la gamba sinistra, lasciando solo un’arteria ad irrorare la zona sotto il polpaccio. Le condizioni di Angela erano apparse disperate, adesso per fortuna l’evoluzione positiva. eri i medici le hanno tolto il bendaggio alla gamba sinistra, operata per la quarta volta, per ricostruire le parti devastate dall’esplosione ed evitare così l’amputazione; un pericolo oramai scampato. L’intervento effettuato dall’equipe medica del Tenon, uno dei migliori centri Europei di microchirurgia, ha permesso il salvataggio di un’arteria ed è stato inserito un bypass, che sostituirà le arterie mancanti. «Tutto va per il meglio – ha raccontato don Giuseppe -, la ferita si sta cicatrizzando e siamo fiduciosi che il futuro di Angela possa ritornare ad essere roseo. I medici sono certi del fatto che Angela tornerà a camminare, «anche se i tempi per la riabilitazioni saranno lunghi e ci vorrà tanta pazienza. Angela è più serena ricorda perfettamente quello che è accaduto: al momento dell’esplosione era fuori dall’albergo, l’Hotel Ibis, dove lavora e che si trova proprio di fronte alla boulangerie».

Angela si era trasferita a Parigi a novembre, lì al lavoro in albergo aveva affiancato gli studi di danza, «oggi è più serena , avverte ancora forti dolori, ma è alleviata dalle cure mediche e dal sostegno di tutta la sua famiglia che l’ha raggiunta a Parigi. Siamo tutto il giorno in ospedale. A turni di due alla volta, ci lasciano entrare nella stanza di Angela, qui ci tratteniamo lo stretto necessario per scambiare due parole. Non vede l’ora di tornare a casa. Per noi – conclude don Giuseppe – si tratta di un miracolo. Il Signore ha ascoltato le nostre preghiere».

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