«Sono ben consapevole che abbiamo alle spalle diciannove secoli di antigiudaismo cristiano e che pochi decenni di dialogo sono ben poca cosa al confronto. Tuttavia in questi ultimi tempi molte cose sono mutate e altre ancora stanno cambiando. Occorre lavorare con maggiore intensità per chiedere perdono e per riparare i danni causati dall’incomprensione». Sono le parole che Papa Francesco mette nero su bianco nella prefazione al libro “La Bibbia dell’Amicizia. Brani della Torah/Pentateuco commentati da ebrei e cristiani”. Il volume, a cura di Marco Cassuto Morselli e Giulio Michelini, è stato realizzato grazie al sostegno della Conferenza episcopale italiana ed uscirà il prossimo 18 gennaio.

Nella sua prefazione - di cui dà notizia L’Osservatore Romano - il Pontefice sottolinea che: «I valori, le tradizioni, le grandi idee che identificano l’Ebraismo e il Cristianesimo devono essere messe al servizio dell’umanità senza mai dimenticare la sacralità e l’autenticità dell’amicizia». 

Bergoglio sottolinea che «la Bibbia ci fa comprendere l’inviolabilità di questi valori, necessaria premessa per un dialogo costruttivo». Inoltre, aggiunge, «esiste una ricca complementarietà che ci permette di leggere insieme i testi della Bibbia ebraica aiutandoci vicendevolmente a sviscerare le ricchezze della Parola di Dio. Obiettivo comune sarà quello di essere testimoni dell’amore del Padre in tutto il mondo. Per l’ebreo come per il cristiano non v’è dubbio che l’amore verso Dio e verso il prossimo riassume tutti i comandamenti. Ebrei e cristiani - sottolinea ancora il Papa - devono dunque sentirsi fratelli e sorelle, uniti dallo stesso Dio e da un ricco patrimonio spirituale comune, sul quale fondarsi e continuare a costruire il futuro”.

Tuttavia, conclude Francesco, «il modo migliore per dialogare non è solo parlare e discutere, ma fare progetti realizzandoli insieme a tutti coloro che hanno buona volontà e reciproco rispetto nell’amicizia».

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