Vandalismo, frasi sgradevoli e offensive, commenti poco lusinghieri. E poi ancora, la negazione dell’Olocausto. L’Europaha ancora molto da fare, ha ancora molto da farsi perdonare. Gli Stati membri dell’Ue sembrano avere seri problemi a fare i conti con il proprio passato, quello buio, perché a distanza di 74 anni dalla fine della Shoah l’antisemitismo è ancora tanto, troppo presente. Ovunque è percepito e riconosciuto come un problema, e quasi nessuno è dell’idea che il fenomeno si sia attenuato.

I dati che emergono dallo speciale sondaggio Eurobarometro dedicato esclusivamente all’antisemitismo offrono una panoramica tutt’altro che rassicurante. La metà esatta degli europei (50%) ritiene che l’antisemitismo sia un problema nel loro paese, e solo un cittadino dell’Ue su dieci (10%) è convinto che questo problema si sia «sgonfiato» nell’ultimo lustro.

La maggioranza relativa degli europei (39%) è dell’idea che la situazione non sia cambiata, che sia rimasta grosso modo uguale a cinque anni fa. Non un bel segnale. «Combattere l’antisemitismo deve rimanere in cima all’agenda politica», riconosce il commissario europeo per la Giustizia, Vera Jourova.

Negazionismo non condannato da un europeo su due

Gli europei sono divisi sul tema. Il problema di fondo è questo, e viene confermato quando si chiede agli intervistati di tutta l’Ue se «le persone che negano il genocidio del popolo ebraico, l’Olocausto, sono un problema» nel loro Paese.

Dice «sì» il 53% dei rispondenti. Il 38% dice «no», il 9% non sa che dire. E’ la situazione che lascia senza parole. Jourova avverte: «Dobbiamo essere vigili e ricordare le parole di Primo Levi, il famoso autore e sopravvissuto all’Olocausto: “Quelli che negano Auschwitz sarebbero pronti a rifarlo”».

Mezza Europa si gira dall’altra parte

La situazione non cambia se si provano a fare altre domande. E’ un problema l’antisemitismo su internet? A rispondere in modo affermativo è il 51% degli intervistati. E scritte sui muri contro ebrei o atti vandalici contro edifici del mondo culturale e confessionale ebraico? Anche qui a definirlo un problema è il 51% degli intervistati. Ancora: atti vandalici nei cimiteri ebraici o aggressioni fisiche? Lo definisce un problema il 50% degli intervistati, in entrambi dei casi.

C’è un problema, e Jourova non lo nasconde. Ricorda che a dicembre i leader dei Ventotto hanno sottoscritto una dichiarazione per lottare contro il fenomeno. E’ stato istituito un gruppo di lavoro di alto livello, e adesso «è urgente intensificare la nostra azione contro l’antisemitismo all’interno di questo gruppo, alla luce dei recenti dati disponibili a livello dell’Ue».

La legge c’è, ma non si sa

All’ignoranza storica e culturale si aggiunge anche quella normativa. C’è un buona fetta di europei che non sa che l’ordinamento giuridico del Paese in cui vivono contiene dispositivi anti-odio.

Più di sei europei su dieci (61%) sanno che esiste una legge nel loro paese che criminalizza l’incitamento alla violenza o l’odio nei confronti degli ebrei. Vuol dire che ce ne sono quattro che invece non lo sanno.

Italia, antisemiti in quattro su dieci

Le persone interpellate in Italia offrono l’immagine di un Paese un po’ diverso dal resto d’Europa, ma non così tanto. C’è maggiore consapevolezza sull’antisemitismo come problema (58%, contro la media Ue del 50%), ma c’è anche l’impressione della difficoltà del problema: sette persone su dieci (69%) ritengono che la situazione non sia migliorata negli ultimi cinque anni. A ritenere il negazionismo motivo di preoccupazione sei intervistati su dieci (61%, contro il 51% dell’Ue), al pari di dichiarazioni ostili nei luoghi pubblici (61%), atti di vandalismo (60%) e aggressioni (60%).

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