Dopo la notte di veglia, sono in 700mila i ragazzi che partecipano alla Messa conclusiva della Gmg. «Essere giovani» non è «sinonimo di sala d’attesa», dice loro il Papa nell’omelia. La gioventù è l’adesso di Dio, sottolinea.

Al Campo San Juan Pablo II di Panama sono presenti anche i presidenti di Panama, Costa Rica, Colombia, Guatemala, Honduras, Portogallo e Salvador.

«Essere giovani» non è «sinonimo di sala d'attesa per chi aspetta il turno della propria ora. E nel ”frattanto” di quell’ora, inventiamo per voi o voi stessi inventate un futuro igienicamente ben impacchettato e senza conseguenze, ben costruito e garantito con tutto ben assicurato». Un futuro «da laboratorio»: e questa è «la finzione della gioia». 

Invece il Pontefice esorta i ragazzi di ogni luogo: «Cari giovani, non siete il futuro, ma il presente, non siete il futuro di Dio ma l'adesso di Dio».

Bergoglio sostiene che «dobbiamo sforzarci di favorire canali e spazi in cui coinvolgerci nel sognare e costruire il domani già da oggi». Attenzione però: non «isolatamente», ma «uniti, creando uno spazio in comune. Uno spazio che non si regala né lo vinciamo alla lotteria, ma uno spazio per cui anche voi dovete combattere».

Il Vescovo di Roma avverte e denuncia: quando si chiede ai giovani di aspettare e preparare il futuro «vi tranquillizziamo e vi addormentiamo perché non facciate rumore, perché non facciate domande a voi stessi e agli altri, perché non mettiate in discussione voi stessi e gli altri; e in questo “frattanto” i vostri sogni perdono quota, cominciano ad addormentarsi e diventano illusioni rasoterra, piccole e tristi». Al contrario «per Gesù non c'è un “frattanto”, ma amore di misericordia che vuole penetrare nel cuore e conquistarlo».

Aggiunge il Papa: «Sapete una cosa? A molti giovani questo piace», allora occorre aiutarli «perché ascoltino l'adesso di Dio».

Francesco parla poi dell'amore di Dio, che «è concreto, vicino, reale; è gioia festosa che nasce scegliendo di partecipare alla pesca miracolosa della speranza e della carità, della solidarietà e della fraternità di fronte a tanti sguardi paralizzati e paralizzanti per le paure e l'esclusione, la speculazione e la manipolazione».

Capita però che «non sempre crediamo che Dio possa essere tanto concreto e quotidiano, tanto vicino e reale, e meno ancora che si faccia tanto presente e agisca attraverso qualche persona conosciuta come può essere un vicino, un amico, un familiare». E non sempre «crediamo che il Signore ci possa invitare a lavorare e a sporcarci le mani insieme a Lui nel suo Regno in modo così semplice ma incisivo». 

Anzi sovente «preferiamo un Dio a distanza: bello, buono, generoso ma distante e che un Dio non scomodi, un Dio addomesticato». Anche perché un Dio vicino e quotidiano, amico e fratello «ci chiede di imparare vicinanza, quotidianità e soprattutto fraternità. Egli non ha voluto manifestarsi in modo angelico o spettacolare, ma ha voluto donarci un volto fraterno e amico, concreto, familiare». Dio è reale perché «l'amore è reale, Dio è concreto perché l'amore è concreto».

Alla fine, arriva l’annuncio, da parte del cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, del luogo della prossima Giornata mondiale della Gioventù: il Portogallo. Precisamente a Lisbona, nel 2022.

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