Mohammad Sammak, segretario dello “Spiritual Islam Summit” e del gruppo arabo per il dialogo islamo-cristiano, amico personale dell’imam dell’Università Islamica di al-Azhar, Ahmed Al-Tayyeb, unico musulmano ad essere intervenuto a due Sinodi della Chiesa cattolica, è appena arrivato da Abu Dhabi a Vienna, nella sede del Centro per il Dialogo Kaiciid, di cui è nel board di direzione. 

Con la voce ancora incerta, emozionata, dice: «È stato un lungo cammino, cominciato nel 1995 con il Sinodo per il Libano voluto da Giovanni Paolo II e proseguito con quello sul Medio Oriente voluto da Benedetto XVI nel 2010, quindi con l’incontro del Cairo nel 2017. Ora siamo arrivati a questa dichiarazione congiunta firmata ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di al-Azhar Ahmed al-Tayyeb. Il 4 febbraio è cominciata una nuova luna di miele tra musulmani e cristiani al cui centro c’è il principio della piena cittadinanza, cioè dell’affermazione che i cristiani del Medio Oriente sono cittadini a pieno titolo dei loro Paesi, con pieni e uguali diritti. Dopo anni di terrorismo, di feroce devastazione di tanti luoghi di culto si è dimostrato vero quello che Papa Francesco ha detto tre anni fa: “Non ci sono religioni criminali, ma criminali in ogni religione”. L’Islam gli ha dimostrato di avere ragione, l’Islam non è una religione criminale».

 

Lei ha avuto modo di sentire le reazioni di cristiani del Medio Oriente a questa dichiarazione?  

«Si, ho parlato con molti di loro e ho percepito una gioia profonda, enorme, sincera. Non ho mai sentito una gioia paragonabile a questa, è incredibile la profondità di quel che ho visto e ascoltato. Ma non solo dei cristiani del Medio Oriente. Vorrei essere capito bene: ad Abu Dhabi ho parlato con un noto pastore evangelical americano, Jim Winkler, il segretario generale del National Council of Churches, importante organizzazione americana, e mi ha detto: “Caro Mohammad, sono felicissimo, è fantastico quello che è accaduto e mi riempie di profondissima gioia”. Questo mi ha detto nelle ore appena trascorse un così autorevole esponente del mondo evangelical americano».

 

Lei ha scritto un commento alla Nostra Aetate, e anni fa ha affermato di attendere un “Angelo Roncalli musulmano”. Dal suo campo religioso però si è levata la critica importante del segretario generale dell’Unione internazionale dei dotti musulmani, al-Qaradawi, contro la scelta di Francesco di recarsi ad Abu Dhabi dove afferma che i diritti dei dissidenti sono violati.  

«Voglio essere chiaro. Lo sceicco al-Qaradawi è legato ad al Qatar, Paese politicamente in contrasto con gli Emirati Arabi Uniti. Lui quindi dà voce a questioni politiche, che nulla hanno a che fare con il contenuto di una dichiarazione storica per i musulmani e i nostri fratelli cristiani, in primo luogo quelli del Medio Oriente. Le ripeto, noi siamo all’inizio di una nuova luna di miele con i nostri fratelli e non apprezziamo chi vuole disturbare questo momento storico per tutti noi con questioni politiche. Presto sarà edificata ad Abu Dhabi una Chiesa che verrà intestata al Papa. Ci rendiamo conto? Nella Penisola Arabica ci sarà presto una Chiesa intestata al Papa!».

 

È chiara l’importanza di questi questi simboli. Proprio a Vatican Insider lei sottolineò che l’unica statua che ricorda un Papa nel vasto mondo islamico, dall’Indonesia al Marocco, si trova a Beirut. 

«Sì. E ora arriva una chiesa intestata al Papa nel cuore della Penisola Arabica.... Credo proprio che oggi dovremmo avere la forza di guardare dietro di noi, agli attentati, alle stragi, alle profanazioni, e poi guardare a questo sviluppo, a quel che è successo. Questo incontro tra Papa Francesco e l’imam Ahmad al-Tayyeb è avvenuto in contemporanea alla grande Conferenza internazionale alla quale hanno partecipato centinaia di leader religiosi di tutte le religioni, ebrei, buddisti, induisti, cristiani, musulmani e tanti altri ancora. Ma per evitare che la dichiarazione finale di questa conferenza svoltasi ad Abu Dhabi, nella penisola arabica, si accavallasse con la dichiarazione firmata dal Papa e dall’imam di al-Azhar abbiamo deciso di rinviarne la pubblicazione di qualche giorno. La renderemo pubblica nei prossimi giorni».