L’ex amministratore di condomini è ancora in Sudamerica. La moglie è ancora nel Torinese. Insieme, hanno fatto sparire almeno i 340 mila euro che il giudice Paola Odilia Meroni li ha condannati a restituire a una mezza dozzina di condomini e decine di residenti. Oltre al pagamento di quasi 35 mila euro di spese processuali. Lui è Angelo Morese (difeso dall’avvocato Davide Pollano), 52 anni, che dovrà scontare tre anni e mezzo di carcere. Lei è Rosa Pugliese, di 48 (avvocato Simona Marengo), condannata a 20 mesi, con la condizionale.

Il denaro

Attraverso denunce e segnalazioni, la Guardia di Finanza aveva ricostruito un’appropriazione indebita di oltre un milione di euro. Ma soltanto una parte dei condomini dove Morese aveva lasciato il «buco» in bilancio hanno deciso di costituirsi parte civile. Questione di costi: hanno capito che c’erano poche speranze di recuperare dagli imputati i soldi per pagare le parcelle degli avvocati (Enrico Calabrese, Marco Novara, Chiara Pelazza, Domenico Celi, Davide Pierluigi Parlatano e Marcello Gori). Incassata la condanna, marito e moglie hanno deciso di ricorrere in appello. E Morese ha pure cambiato avvocato. Senza muoversi dal Sudamerica. Ci ha pensato Rosa Pugliese, che ha sfruttato una procura speciale firmata dal marito prima di lasciare l’Italia. Lui e la moglie sono separati di fatto, ma almeno in un’occasione lei è andata a trovarlo con la figlia minorenne. Vive in Brasile, ha aperto un’officina meccanica. Con i soldi dei condomini torinesi.

Le spese

Ma i tempi del lusso sembra siano finiti. Non è più aria di incursioni nelle boutique di Versace per acquistare borse, cinture e scarpe. E nemmeno è possibile sottoscrivere un leasing da 2 mila e 200 euro al mese per uno yacht da 13 mesi ormeggiato nel porto di Lavagna. Tutto offerto dai condomini amministrati da Morese, in zona Barriera di Milano. Le «spese pazze» risalgono al periodo tra gennaio 2012 e maggio 2013.

In aula, ci ha pensato un sottufficiale della Finanza a spiegare come il denaro spariva: «In molte occasioni, i soldi sono passati dai conti correnti dei condomini a quelli personali di Morese, oppure della sua immobiliare o anche a quelli dell’immobiliare della moglie». In aula, lei ha detto di sapere nulla: faceva la segretaria e mandava avanti le pratiche come diceva il marito. Peccato che avesse anche la delega a operare su tutti i conti. I soldi passavano di conti dei condomini a quelli personali della coppia, oppure finivano sull’«Iban» intestato alla società immobiliare di Pugliese. E poi, dopo qualche «giro» di questo tipo veniva prelevato in contanti. Per gli acquisti in boutique, però, usavano la carta di credito o il bancomat. «Noblesse oblige». Davanti al giudice, Pugliese ha accennato a un moto di stupore quando ha ascoltato la storia dello yacht. Ma nel contratto con la società di leasing «Cote d’Azur», il suo nome era indicato come usufruttuario assieme a quello del marito.

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