Il beato John Henry Newman, il cardinale teologo e poeta inglese della seconda metà dell’800 che si convertì dall’anglicanesimo al cattolicesimo, diventerà santo. Francesco ha approvato oggi il miracolo attribuito alla sua intercessione in un’udienza con il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, durante la quale il Pontefice ha approvato anche le virtù eroiche del cardinale ungherese Giuseppe Mindszenty, che fu arcivescovo di Esztergom e primate di Ungheria, costretto agli arresti domiciliari dal regime comunista filosovietico e poi esule a Vienna, dove è morto nel 1975.

Grande intellettuale, la cui opera è ancora oggi oggetto di studi e approfondimenti, Newman era cappellano di Oxford prima di convertirsi al cattolicesimo. Anticipatore del rapporto fra fede e ragione e di numerosi temi del Concilio Vaticano II (fra cui la valorizzazione del laicato, la sfida educativa e il dialogo ecumenico) e fondatore in Inghilterra dell’Oratorio di San Filippo Neri, fu creato cardinale da Pio IX. Nel 2010 era stato Papa Benedetto XVI a beatificarlo in occasione del suo viaggio apostolico nel Regno Unito. Francesco ora lo canonizza.

Il cardinale ungherese Mindszenty fu invece un grande oppositore dei regimi comunisti e anche della Ostpolitik della Santa Sede, ossia al dialogo con i Paesi del Blocco dell’Est portata avanti dal cardinale Agostino Casaroli. Nato a Csehimindszent, nella campagna ungherese, ordinato prete nel 1915, venne nominato vescovo di Veszprém nel 1944 e imprigionato dai nazisti. Nel 1945 fu promosso arcivescovo di Esztergom e primate d’Ungheria; Pio XII lo creò cardinale nel ’46. Quando l’Ungheria divenne un Paese satellite dell’Unione Sovietica, Mindszenty si oppose strenuamente al comunismo che individuò in lui un nemico da eliminare. Nel 1948 il porporato fu prelevato in episcopio dalla polizia e arrestato; in prigione fu sottoposto a torture, umiliazioni e violenze fisiche per poi essere condannato all’ergastolo dopo un fino processo. Trascorse otto anni tra carcere e arresti domiciliari, controllato a vista dalle guardie che gli impedivano pure di pregare. Fu liberato nel 1956 ma si rifugiò nell’ambasciata statunitense di Budapest, non potendo partecipare ai Conclavi del ’58 e del ’63.

Tra gli altri decreti firmati oggi dal Pontefice figurano anche quelli di due servi di Dio italiani dichiarati venerabili: il sacerdote bresciano Giovanni Battista Zuaboni, fondatore dell’Istituto Secolare Compagnia della Sacra Famiglia, e la suora toscana Serafina Formai (al secolo Letizia), fondatrice della congregazione delle Suore Missionarie del Lieto Messaggio.

Diventano venerabili anche due gesuiti: un martire dell’Ecuador, Salvatore Vittorio Emilio Moscoso Cardenas, ucciso “in odium Fidei” a Riobamba nel 1897, e lo spagnolo Emanuele García Nieto, morto a Comillas nel 1974, e la religiosa colombiana Maria Berenice Duque Hencker (al secolo Anna Giulia), fondatrice della Congregazione delle Suore dell’Annunziazione.

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