In Germania sono in aumento di circa il 9% i crimini a sfondo antisemita nel 2018 rispetto al 2017: 1646 sono stati i delitti commessi lo scorso anno rispetto ai 1504 dell’anno precedente; gli atti violenti da parte di antisemiti sono passati da 37 nel 2017 a 62 nel 2018. Tali dati sono stati resi noti dal governo in risposta ad un’interrogazione del partito di sinistra, Linke. In precedenza il governo tedesco aveva comunicato che la maggioranza dei delitti a sfondo antisemita sono stati concepiti e commessi dall’area della destra radicale.

Mentre il presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Josef Schuster, ha definito «scioccanti» i numeri presentati, e la portavoce del governo tedesco Ulrike Demmer ha ribadito che non c’è posto per l’antisemitismo in Germania, è giunta oggi una dichiarazione della Conferenza episcopale tedesca in cui i vescovi assicurano che continueranno sempre «ad opporsi a qualsiasi forma di antisemitismo ed a promuovere la vita ebraica».

L’affermazione dei presuli è riportata in un documento di risposta a due testi del mondo rabbinico pubblicati nel 2015 e nel 2017. In esso viene ribadita la condanna di «ogni violenza contro le persone a causa della loro fede o di religione e di ogni atto di vandalismo, distruzione gratuita e/o profanazione dei luoghi sacri di tutte le religioni».

I vescovi tedeschi esprimono inoltre nel testo - rilanciato dal Sir - «gratitudine» per il fatto che «i rabbini ortodossi riconoscono lo sviluppo positivo delle relazioni ebraico-cristiane a partire dal Concilio Vaticano II e i cristiani come partner, stretti alleati e fratelli nella comune ricerca di un mondo migliore». E si dicono anche «grati» perché, nei loro documenti, «i rabbini attirano l’attenzione sulla difficile situazione dei cristiani in Medio Oriente e in altre parti del mondo, la cui libertà religiosa è fortemente limitata». 

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