A pochi giorni dal summit in Vaticano che per volontà del Papa vedrà riuniti i capi della Chiesa cattolica per affrontare il tema della pedofilia, la diocesi di Brooklyn ha pubblicato un elenco di oltre 100 preti che si sono credibilmente macchiati di abusi nei confronti di minori.

L’annuncio è solo l’ultimo di una serie di rivelazioni che stanno scatenando un terremoto nella Chiesa cattolica negli Stati Uniti. Nei giorni scorsi cinque diocesi del New Jersey hanno pubblicato i nomi di altri 180 preti accusati di pedofilia.

La pubblicazione delle liste è un’operazione che riguarda solo gli Stati Uniti, dove sull’onda del successo del “Caso Spotlight”, la fortunata pellicola che riprendeva l’indagine del Boston Globe sulle coperture dell’arcivescovo Bernard Francis Law, sostituito nel 2003 e oggi sul banco degli imputati, le pressioni in America si sono fatte crescenti.

A sostituire Law c’è oggi Sean O’Malley, il frate cappuccino della «tolleranza zero» nei confronti dei pedofili. L’uomo diventato punto di riferimento di papa Francesco ma tanto duro da aver avuto recenti screzi con lo stesso Pontefice sul caso dei sacerdoti cileni.

Le liste sono un segnale di “espulsione” dei pedofili dalla comunità clericale. L’ennesimo segnale che il clima, con papa Francesco, è cambiato. Come dimostra anche l’introduzione di nuovi reati nel codice Che il clima con papa Francesco sia cambiato e che le liste siano un segnale di “espulsione” dei pedofili dalla comunità clericale, lo dimostrano anche le modifiche al codice penale che hanno introdotto nuove fattispecie di reato. Proprio oggi il Promotore di giustizia del tribunale vaticano, aprendo l’anno giudiziario al tribunale della Santa Sede, ha parlato della prima condanna per pedopornografia inflitta a monsignor Carlo Alberto Capella, ex consigliere alla nunziatura apostolica a Washington. Capella è stato condannato a cinque anni, il massimo della pena edittale, con le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti dovute al comportamento processuale dell’imputato che ha fornito la massima collaborazione e riconosciuto tutti gli addebiti. L’ex consigliere non ha proposto appello e per questa ragione sta già scontando la sua pena.

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