Per qualcuno è già diventata la versione 3.0 del Libretto Rosso di Mao Zedong. Come il volume con le citazioni del Grande Timoniere, anche la nuova app sviluppata dal Partito Comunista vuole essere uno strumento di propaganda sempre a portata di mano. Nata all’inizio dell’anno come un aggregatore di notizie e contenuti multimediali sulla filosofia politica di Xi Jinping, nell’ultima settimana XueXi QiangGuo è balzata in testa alle classifiche nella versione locale dell’App Store.

Il nome della piattaforma è un gioco di parole ormai comune nella Repubblica Popolare. Letteralmente si traduce «studiare un paese potente», ma il secondo carattere da cui è composta la parola «studiare» - «xuexi», in mandarino - è anche il cognome del presidente cinese, così da suggerire agli utenti un altro significato: «studiare Xi e un paese potente».

Mentre anche in Cina il panorama dei media sta vivendo una profonda trasformazione, il nuovo prodotto digitale è stato sviluppato dal Dipartimento di Propaganda di Pechino per spingere gli utenti ad approfondire «il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era»: la formula entrata a far parte prima dello statuto del Partito Comunista, poi anche della Costituzione del paese. Oltre a ripassare il pensiero politico del «nucleo della leadership», XueXi QiangGuo vuole anche diventare una super-app: senza mai uscire dalla piattaforma si possono leggere le ultime notizie, ma anche fare una video-chiamata, inviare messaggi agli amici e trasferire denaro.

La popolarità della app si deve alle direttive con cui le autorità di Pechino hanno incoraggiato gli iscritti al Partito Comunista e i dipendenti pubblici a scaricarla sui propri smartphone. Mentre la paludata retorica dei media ufficiali è sempre più distante dal pubblico cinese, da tempo le autorità di Pechino studiano nuovi strumenti di propaganda in grado di attrarre gli utenti più giovani: audaci meme sull’onnipresente WeChat, quiz televisivi dalla grafica accattivante sul pensiero di Xi Jinping, serie a cartoni animati sulla vita di Karl Marx.

Parlando alla fine di gennaio nel quartier generale del Quotidiano del Popolo, il presidente cinese ha sottolineato l’importanza della «convergenza dei media» per rafforzare il messaggio ideologico della leadership. «Sforzi devono essere fatti - aggiungeva Xi Jinping - per sviluppare siti web, microblog, canali televisivi on-line, app e altre forme di nuovi media per consentire alla voce del Partito di raggiungere direttamente ogni tipo di utente».

A differenza degli strumenti di propaganda tradizionali, la app XueXi QiangGuo è stata immaginata prevedendo un maggiore coinvolgimento degli utenti grazie a un sistema a punti che premia il tempo trascorso sulla piattaforma: 0,1 punti per aver visto un singolo video o articolo, 1 punto se rimani sulla app per almeno mezz’ora. Attraverso limiti giornalieri imposti alle singole attività e allo screening dei comportamenti on-line degli utenti, l’algoritmo vuole anche essere un incentivo alla fidelizzazione e all’uso regolare della piattaforma.

Mentre diversi dipartimenti del governo chiedono ai propri dipendenti di non scendere sotto un certo punteggio, su Weibo e sugli altri social della Repubblica Popolare è già iniziata la gara a chi può vantare risultati migliori. Il sistema rappresenta una rivoluzione nell’uso degli strumenti della propaganda del Partito Comunista, notava David Bandurski su China Media Project. «Sono finiti i giorni in cui si poteva semplicemente ignorare quel mucchio di giornali del Partito ammucchiati in un angolo dell’ufficio e spegnere il notiziario serale», aggiungeva Bandurski.

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