Alle Ghiaie di Bonate c’è una devozione mariana autentica che «il tempo ha purificato, consolidato e rafforzato» e che la Chiesa di Bergamo riconosce. Ma non ci sono elementi per mutare il giudizio secondo cui «non consta della realtà delle apparizioni e rivelazioni della beata Vergine Maria ad Adelaide Roncalli» e dunque dal culto mariano dovrà essere «escluso ogni riferimento a messaggi, apparizioni e altri fenomeni di presunta natura soprannaturale». Così in una lettera aperta inviata ai fedeli che accompagna un apposito decreto il vescovo Francesco Beschi - d’intesa con la Congregazione per la Dottrina della fede - si pronuncia in merito alla vicenda del culto di Maria Regina della Famiglia a Ghiaie di Bonate, il paesino della bergamasca da decenni meta di pellegrinaggi proprio per le presunte apparizioni avvenute nel 1944.

Aveva sette anni, allora, Adelaide Roncalli e il 13 maggio di quell’anno raccontò di aver visto la Madonna, insieme a san Giuseppe e Gesù Bambino, cioè proprio quella Sacra Famiglia a cui già allora la parrocchia di Ghiaie di Bonate era intitolata. In pieno tempo di guerra spiegò di aver ricevuto dalla Vergine un messaggio che esortava alla conversione dei peccatori e la promessa che le sarebbe apparsa ancora per alcune volte, sempre in quello stesso campo all’imbrunire. Capitò per altre dodici volte fino al 31 maggio 1944, attirando un numero sempre più grande di persone: nell’ultima occasione le cronache dell'epoca parlano di centinaia di migliaia di persone. Quel giorno la Madonna si sarebbe poi congedata da Adelaide Roncalli, spiegandole che non l’avrebbe vista più sino alla sua morte ma raccomandandole di custodire nel suo cuore le sue parole nonostante le sofferenze che avrebbe incontrato.

La Chiesa locale si interrogò immediatamente sulla natura di questo evento: tra l’altro secondo il racconto di Adelaide la Vergine le avrebbe consegnato anche due segreti uno per il vescovo locale e l’altro per il Papa che lei avrebbe poi riferito personalmente a entrambi. Ma al termine dell’indagine il 30 aprile 1948 monsignor Adriano Bernareggi stabilì con un decreto che alla Chiesa «non consta» la realtà soprannaturale di quanto avvenuto nel maggio 1944 a Ghiaie di Bonate. Dopo il travaglio di tutta questa vicenda Adelaide Roncalli più tardi si sarebbe trasferita a Milano, dove è morta nel 2014 al termine di una vita vissuta con grande discrezione.

Il pronunciamento della diocesi non ha però scoraggiato la devozione di tanti pellegrini, che continuano nel recarsi nel paesino della bergamasca anche da lontano per pregare Maria Regina della Famiglia e invocare la sua intercessione. Un culto mariano in sé mai scoraggiato dalla locale parrocchia e che ora il decreto mira a regolarizzare in una forma riconosciuta dalla Chiesa. Quella di Ghiaie di Bonate è una «devozione vera, concreta, umile e fedele, nella Chiesa e con la Chiesa, che illumina il cammino di tanti fedeli e che la stessa Santa Sede mi ha chiesto di accompagnare e custodire», scrive monsignor Beschi nella sua lettera in cui ripercorre tutta la vicenda.

«Scorrono gli anni, i decenni – aggiunge il vescovo di Bergamo - e anche se qualcuno ha tentato di strumentalizzare la devozione del popolo di Dio, la grande maggioranza dei fedeli, compresa la stessa Adelaide, si è sempre affidata con fiducia alla saggezza della Chiesa vivendo una vera e feconda devozione mariana. Un fiume di fedeli mai contro qualcuno, ma sempre con la Chiesa. Così, nel tempo, si è consolidata quella devozione a Maria Regina della Famiglia, con uno sforzo non indifferente, ma necessario, per proteggere e custodire questi luoghi perché rimanessero luoghi del silenzio, dell’accoglienza semplice, dell’essenzialità».

Di qui - revocata ogni disposizione contraria - l’esortazione del vescovo a far sì che «presso la cappella parrocchiale Maria Regina della Famiglia in Ghiaie di Bonate venga valorizzato e custodito il culto mariano escluso ogni riferimento a messaggi, apparizioni e altri fenomeni di presunta natura soprannaturale».

 

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