Dal 22 al 24 febbraio, al Palazzo dei Congressi di Firenze, «tourismA», il salone dell’Archeologia e del Turismo culturale, presenta le novità nella ricerca archeologica (Cina del Sud-Ovest,Vicino Oriente, Sardegna), le strategie per lo sviluppo del turismo culturale, la divulgazione nei settori tradizionali (musei, siti archeologici, scuole) e la tecnologia come la «Scoperta della tomba di Tutankhamon» rivisitata in 3 D (ingresso gratuito, www.tourisma.it/programma-completo).

I ricercatori del Ciset - Centro Studi sull’Economia Turistica di Venezia, illustreranno un’analisi dei dati statistici sul turismo culturale

Fra gli incontri dedicati ai viaggiatori che leggono, segnalo l’evento de I Viaggi di Maurizio Levi con l’Ente del Turismo della Serbia, domenica dalle 10,30. L’archeologo Dante Bartoli dialoga sul tema: «Serbia, la porta dei Balcani. Alla scoperta dell’Europa che incontra l’Oriente» con il sociologo Nicolò Cesa, autore della guida di viaggio «Serbia» edita da Morellini. Alle 11,10 l’archeologo racconterà un «Viaggio in Bulgaria, dal misterioso regno dei Traci all’impero rivale di Bisanzio».

Bulgaria: il monastero di Rila

Dunque, incursioni d’autore nel fitto tessuto delle civiltà dei Balcani spesso inzuppato dal sangue delle guerre. Ora valore culturale di questo importante mosaico etnico è sempre più accessibile ai viaggiatori. Lonely Planet, nella sua classifica mondiale di luoghi da visitare nel 2019, inserisce la Slovenia per il buon rapporto fra qualità e prezzo e Novi Sad (Serbia) e Zara (Croazia) fra le 10 città più attraenti al mondo.

Serbia: Slankamen, Vojvodina. Particolare. Dalla guida di Nicolò Cesa

Le notti di Belgrado
Nicolò Cesa raccomanda la Serbia come meta ancora incontaminata dall’invadenza del turismo di massa. Nella terra che «diede i natali a un imperatore romano su cinque, il territorio è costellato di fiabesche fortezze… e da una magnifica galassia di monasteri ortodossi Patrimonio Unesco. Ma c’è anche la nightlife di Belgrado che «non ha eguali nel mondo» mentre sarà sempre più interessante Novi Sad, nominata Capitale Europea della Cultura nel 2021 insieme con Timisoara (Romania).

Bulgaria: Il Ponte del Diavolo, un particolare della copertina della guida di Anna Masetti

La guide Morellini di cui scrivo fanno parte della collana Insider i cui autori hanno studiato o vissuto nei luoghi descritti. Tra questi, Anna Masetti che non nasconde le difficoltà per comprendere la Bulgaria ma, scrive, è comunque «interessante indagarne il fascino» esplorando i paesaggi e il patrimonio artistico di Sofia, la capitale, di Veliko Târnovo. O di Plovdiv, attuale Capitale Europea della Cultura: caratteristica sia per i tesori architettonici (le mura di Filippopoli e il teatro romano dell’epoca di Traiano) e la molteplicità culturale: nel centro storico vivono infatti comunità turche, rom, armene, greche ed ebraiche

La foto di copertina della guida di Alessio Franconi sulla Slovenia: Le profonde gole scavate nei millenni dal fiume Isonzo

La Slovenia è raccontata da Alessio Franconi che ci accompagna fra le bellezze naturalistiche apprezzate anche sotto la neve. Un viaggio fra le acque degli inquieti torrenti, del mare e delle terme. Una cornice perfetta all’interessante itinerario alla scoperta della capitale, Lubiana, e di altri centri urbani.

A sinistra, le “case colorate” di Tirana. A destra, la kulla, casa fortificata del Kosovo - Dalla guida «Albania e Kosovo» di Gjata e Vietti

Le case raccontano
Albania e Kosovo, molto convenienti dal punto di vista dei prezzi, non sono ancora ben attrezzare per un turismo strutturato, ma vale la pena andarci con la guida curata da Benko Gjata e Francesco Vietti l’«unica guida italiana che tratta in chiave turistica il Kosovo, lo Stato più giovane d’Europa, che, a dispetto del suo recente passato, si presenta oggi come una meta insolita e inesplorata». A un primo rapido sguardo, saltano all’occhio due foto che fanno riflettere. A Tirana, sulle sponde del Lana ripulite dagli abusi edilizi, il sindaco-artista Edi Rama ha valorizzato alcuni edifici di epoca «sovietica» trasformando lugubri facciate in una tavolozza di colori ormai famosa. L’altra foto, invece, ritrae una Kulla, tipica casa fortificata caratteristica dell’architettura albanese-kosovara del XVIII-XIX secolo: furono bersagli preferiti delle milizie serbe durante la guerra del 1999 e ora, dopo i restauri, significative testimonianze storiche.

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