In sette mesi è passato da «cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo emerito di Washington», a Theodore McCarrick e basta. Papa Francesco, dopo avergli tolto la porpora a luglio, ieri lo ha spretato. Con una sentenza inappellabile. Un caso senza precedenti nei confronti di un «principe della Chiesa». 

A pochi giorni dal summit mondiale sulla pedofilia in Vaticano, cala così il sipario sulla vicenda processuale a carico dell’alto prelato che per anni è stato tra le personalità più influenti degli Stati Uniti, dove la sua doppia vita da molestatore ha creato un terremoto nei mesi scorsi. 


Da tempo infatti i media statunitensi invocavano questa mossa da tolleranza zero. Ieri la conferma è arrivata con un comunicato della Congregazione per la Dottrina della Fede, in cui si ripercorrono le ultime tappe: «In data 11 gennaio 2019, il Congresso della Congregazione per la Dottrina della Fede ha emanato il decreto conclusivo del processo penale a carico di Theodore Edgar McCarrick, con il quale l’accusato è stato dichiarato colpevole dei seguenti delitti: sollecitazione in Confessione e violazioni del Sesto Comandamento del Decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere». E poi il 13 febbraio l’ex Sant’Uffizio ha bocciato il ricorso di McCarrick. 


L’indagine
La sentenza è frutto di un’indagine approfondita, voluta dallo stesso Pontefice e svolta dall’Arcidiocesi di New York. «Defrocked» è la parola usata dagli americani per indicare questa che nel Diritto canonico è la massima pena, imposta dopo reati gravi. 


E McCarrick è considerato colpevole di cose gravi: innanzitutto di avere violentato un adolescente 45 anni fa quando era sacerdote a New York. La denuncia è stata resa nota il 20 giugno 2018. Poi, si è aggiunta un’altra denuncia, quella di James Grein, un uomo della Virginia che ha dichiarato di essere stato molestato da McCarrick negli anni Settanta durante una confessione avvenuta non in un confessionale ma in una stanza. È con ogni probabilità il caso a cui si riferisce il comunicato della Santa Sede quando parla di «sollecitazione in Confessione», ovvero l’abuso da parte di un prete del sacramento della penitenza.


A tutto questo si aggiungono le voci sulla cattiva condotta sessuale dell’ex porporato, che si sentono dagli anni Novanta, quando era arcivescovo di Metuchen e di Newark, nel New Jersey: di lui si diceva che fosse molesto nei confronti di giovani adulti, principalmente seminaristi. Le vittime erano anche componenti di famiglie che il prelato frequentava abitualmente, tanto da essere chiamato confidenzialmente lo «zio Ted». Eppure, McCarrick, erogatore ogni anno di generose donazioni alla Santa Sede, è arrivato alla sede di Washington, dove Giovanni Paolo II lo assegnò nel 2000, creandolo poi cardinale. Resta dunque ancora aperta la spinosa questione degli occultamenti da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche che - come emerso da indagini e testimonianze nell’ultimo anno - sarebbero state a conoscenza dei comportamenti scorretti di McCarrick.

Questo articolo è stato pubblicato nell'edizione odierna del quotidiano La Stampa

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