Dice il governatore veneto Luca Zaia - uno così influente da aver gettato Cortina nella corsa alle Olimpiadi 2026 come cenerentola facendola diventare un pilastro della candidatura italiana - che bisognerebbe definire un «pacchetto» unico, «basato su due eventi planetari come l’Atp e le Olimpiadi invernali» e successivamente concordare le modalità per trovare i finanziamenti.

Ora i termini dello scontro sono chiari, nitidi. E confermano che sulle Atp Finals, il torneo tra gli otto migliori tennisti al mondo che Torino si è candidata a ospitare tra il 2021 e il 2025, è in atto un duello tra Lega e Movimento 5 Stelle, in cui è in gioco il finanziamento pubblico ai grandi eventi sportivi. E dove la domanda è semplice: perché lo Stato dovrebbe finanziare le Atp Finals se non intende contribuire a un evento ben più importante come le Olimpiadi?

Ieri mattina a Roma si è riunito il tavolo tecnico sui Giochi 2026 e le posizioni sono emerse come mai prima d’ora. Si è anche capito come mai le garanzie pubbliche per le Atp - i 78 milioni che il governo, tramite il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti aveva garantito - adesso siano in discussione. Il motivo è semplice: poiché il Movimento 5 Stelle ha imposto che i Giochi 2026, se Milano e Cortina riusciranno a spuntarla, si dovranno organizzare senza un euro dello Stato, ma totalmente a carico di Veneto e Lombardia, la Lega - che amministra le due Regioni - si è messa di traverso sul fatto che lo Stato garantisca per le Atp.

Un atteggiamento che ha una sua coerenza, se non fosse che Torino rischia di rimetterci una seconda volta: il no dei Cinque Stelle l’ha privata della candidatura olimpica; ora le resistenze della Lega stanno facendo naufragare l’obiettivo tennistico. La proposta di Zaia, una mossa molto astuta, si incunea nelle contraddizioni del Movimento. Il governatore veneto approfitta dell’impasse sulle Atp per «fare un ragionamento generale sui grandi eventi sportivi». Per essere più espliciti: il governo finanzi entrambe le manifestazioni e non se ne parla più. Il presidente della Lombardia Attilio Fontana, anch’egli al tavolo olimpico, applaude: «I grandi eventi sportivi sono grandi risorse per il Paese e quindi bisogna collaborare tra tutti».

Inutile dire che l’incursione leghista sfrutta le difficoltà di Torino per puntellare Milano e Cortina. È vero che Lombardia e Veneto sono pronte a pagare di tasca propria i Giochi del 2026, ma è altrettanto vero che sarebbe una spesa non indifferente, un atto senza precedenti nella storia dello sport e una procedura non immune da rischi. Insomma, preferirebbero per ovvi motivi un intervento dello Stato. La mossa di Zaia e Fontana, unita alle parole di lunedì di Giorgetti - «Atp non può essere fatto solo con il supporto pubblico» - disegna lo scambio politico in atto: il sì della Lega alla candidatura di Torino in cambio del sì dei Cinque Stelle ai fondi statali per le Olimpiadi.

Per ora i grillini rifiutano sdegnati: «È totalmente inopportuno», commenta il sottosegretario Simone Valente. «Ogni evento va considerato singolarmente, valutando costi e benefici senza mercanteggiare». Traduzione non autorizzata: le Olimpiadi sono uno spreco e lo Stato non deve pagarle, le Atp Finals sono invece virtuose e vanno finanziate per intero.

Su queste basi Torino rischia davvero di fare poca strada. E gli sforzi della sindaca Appendino - che anche ieri ha tempestato Roma di telefonate - di essere vani.

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