«Il santo Popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre. Ci vuole concretezza». Papa Francesco apre il grande summit sugli abusi nell’Aula nuova del Sinodo, in Vaticano, e scioglie uno dei nodi mosso come accusa contro il vertice che coinvolge 190 pastori di tutto il mondo: quella di divenire un “parlatoio” dal quale non emergerà alcuna indicazione contro questo dramma che ha messo in ginocchio la Chiesa.

Invece Francesco parla di «concretezza» - aggiunge a braccio questa parola - e invoca la Madonna perché «ci illumini per cercare di curare le gravi ferite che lo scandalo della pedofilia ha causato sia nei piccoli sia nei credenti». 

Nella sua breve introduzione, (non un discorso, quello arriverà la mattina di domenica 24 febbraio dopo la messa nell’Aula Regia), il Pontefice detta la linea dei lavori: «Dinanzi alla piaga degli abusi sessuali perpetrati da uomini di Chiesa a danno dei minori, ho pensato di interpellare voi, patriarchi, cardinali, arcivescovi, vescovi, superiori religiosi e Responsabili, affinché tutti insieme ci mettiamo in ascolto dello Spirito Santo e con docilità alla Sua guida ascoltiamo il grido dei piccoli che chiedono giustizia».

«Grava sul nostro incontro il peso della responsabilità pastorale ed ecclesiale che ci obbliga a discutere insieme, in maniera sinodale, sincera e approfondita su come affrontare questo male che affligge la Chiesa e l’umanità», ammette il Papa. E chiede di iniziare questo percorso «armati della fede e dello spirito di massima parresia, di coraggio e concretezza». 

Bergoglio condivide poi alcuni importanti criteri formulati dalle diverse Commissioni e Conferenze episcopali, «linee-guida - spiega - per aiutare la nostra riflessione che vi verranno consegnate. Sono un semplice punto di partenza», dice. E conclude con una preghiera: «Chiedo allo Spirito Santo di sostenerci in questi giorni e di aiutarci a trasformare questo male in un’opportunità di consapevolezza e di purificazione».

Le parole del Papa seguono la preghiera iniziale di questa mattina, accompagnata da qualche istante di silenzio, e la proiezione di un audio-video con cinque testimonianze di alcune vittime. Particolarmente drammatica quella di una donna che racconta di essere stata violentata per tredici anni di fila da un prete dal quale è rimasta incinta per tre volte, visto che lui si rifiutava di usare precauzioni, e che l’ha costretta tutte le volte ad abortire. «Avevo paura di lui e ogni volta che mi rifiutavo di avere rapporti sessuali con lui, mi picchiava. E siccome ero completamente dipendente da lui economicamente, ho subito tutte le umiliazioni che mi infliggeva», spiega la vittima nel video. «Sento di avere una vita distrutta. Ho subito così tante umiliazioni in questa relazione che non so che cosa mi riservi il futuro...».

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Un’altra vittima interverrà questa sera dal vivo in aula al termine di questa prima giornata. Le prime relazioni della mattinata sono state affidate al cardinale filippino Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, che si è commosso durante il suo discorso, e all’arcivescovo maltese Charles Scicluna, membro del comitato organizzatore. L’ex pm vaticano per i casi di pedofilia, citando ampiamente interventi di Benedetto XVI, ha sottolineato il fatto che «il ruolo delle vittime nelle attuali procedure canoniche è limitato» e che quindi «si tratta di una lacuna da colmare».  

Scicluna ha anche evidenziato il «diritto e dovere» di denunciare gli abusi sessuali, le procedure canoniche e la necessaria collaborazione con la giustizia civile, «dilemma» che si apre quando le accuse non sono provate ma i sospetti comunque sostanziosi. Poi ha toccato la questione di un’«attenta valutazione» dei canidati al sacerdozio, la necessità di una solida formazione, umana, spirituale e psicologica, come pure il tema della selezione dei candidati all’episcopato per la quale servirebbe un maggior coinvolgimento dei fedeli laici.

Quanto ai vescovi, «nascondere o sottovalutare» le denunce è «un grave peccato» contro l’integrità episcopale, ha detto il presule maltese. «Solo azioni decisive prese con onestà e trasparenza, potranno ristorare la fiducia del popolo di Dio verso la Chiesa». 

Nel pomeriggio interverrà invece il cardinale colombiano Rubén Salazar Gómez sul tema “La Chiesa trafitta”. Ad ogni relazione segue un dibattito libero di 15 minuti. I partecipanti si riuniranno poi in gruppi divisi per lingua, i risultati di questa sorta di “Circuli minores” saranno poi condivisi in assemblea. 

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