«Ora Salvini va ripetendo che la Tav si farà? In versione ridotta? Ma vi pare che alla mia età io mi faccio prendere per il naso da Salvini?». Detto fatto: Chiamparino si prepara a fare quello che ha annunciato per primo ormai parecchio tempo fa. In sintesi: dare la parola ai piemontesi attraverso una consultazione popolare, «un atto di pressione politica». Un’iniziativa dettata dalla convinzione dell’inaffidabilità del governo e della Lega, che del governo è l’azionista di maggioranza, ribadita ieri sera al Lingotto, dove si è recato per un rapido saluto a Matteo Renzi, a Torino per presentare il suo libro. Il quale Renzi, da parte sua, ha tirato la volata al governatore - che ha fatto della difesa dell’opera l’asse portante della propria campagna elettorale - mettendo la Tav al primo punto del suo torrenziale intervento. Un attacco a due punte, nello stesso giorno e da parte di personalità molto diverse tra loro, a dimostrazione della rilevanza che ormai la Torino-Lione si è guadagnata nell’agenda della politica nazionale e locale.

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La strategia

Di buon mattino Chiamparino ha inviato una lettera al presidente del Consiglio regionale, Nino Boeti. Obiettivo: chiedere di poter fare una comunicazione in Aula sulla Tav, martedì prossimo, anche per verificare la possibilità di indire una consultazione popolare sull’opera ai sensi dell’articolo 86 dello Statuto regionale. «Salvini continua a mentire - ha dichiarato il presidente -. Dice che non c’è blocco dell’opera, quando il governo ha chiesto fin dall’autunno a Telt di non avviare i bandi, mettendo a rischio concreto i contributi europei e la realizzazione della Tav. Dice che i cantieri sono già fermi, mentre sul versante francese si continua a scavare il tunnel di base, giunto ormai a oltre 7 chilometri, e si fermerà presto proprio per il blocco dei nuovi bandi»

Tono diretto, e sempre meno istituzionale, a dimostrazione della crescente esasperazione per i giochi di parole di un governo bifronte, con due teste che a parole si smentiscono ogni giorno ma nei fatti si muovono all’unisono: almeno per ora. Da qui la decisione di passare ai fatti. E questo, nonostante l’idea della consultazione susciti le prime riserve a sinistra . «Abbiamo appena assistito ad una votazione per l’immunità del vicepremier tramite una piattaforma privata, evitiamo di regalare a Salvini altri palcoscenici»,commenta Marco Grimaldi, LeU.

L’affondo del senatore

Di certo Renzi non ha remore. Sulla Tav si sta giocando una partita impressionante - ha esordito il senatore, che ha lanciato un affondo anche alla sindaca di Torino Appendino, accomunata alla Raggi, sulla mancata candidatura olimpica di Torino («un’occasione imperdibile») -. Io e Del Rio avevamo trovato con Chiamparino un punto di accordo per ridurre il progetto. Oggi, in nome di un vergognoso voto di scambio, Salvini sta mollando sulla Tav perché è stato salvato dal processo da parte dei 5 Stelle. Per il M5s è una battaglia ideologica... dopo che le hanno perse tutte. Alla fine hanno fatto l’accordo sulla pelle dei piemontesi. Chiamparino ha lanciato l’ipotesi della consultazione: se si dovrà fare è perché ci sarà qualcuno che vorrà bloccare il progetto in Parlamento. Noi saremo al fianco di chi chiede che l’Italia non venga bloccata, staremo a vedere come si muoverà la Lega.

La stessa Tav che, ha pronosticato Renzi verso al fine dell’intervento, potrebbe essere l’inzio della fine per la Lega: Gli avversari politici fanno da soli, non hanno noi come rivali, hanno la realtà. Il M5S sta implodendo e la prossima implosione toccherà alla Lega. Perchè? «Non pensate che questo gigante dai piedi di argilla possa tornare al Nord se dice no alla tav, fanno da soli, non hanno bisogno di noi».

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