«Nel centro nord c’è un vero e proprio allarme-satanismo, le sette virtuali sul web possono diventare reali». L’avvertimento arriva dall’esorcista e sacerdote di “frontiera” don Aldo Buonaiuto, animatore del Servizio AntiSette della comunità Papa Giovanni XXIII, ente internazionale di diritto pontificio fondato da don Oreste Benzi e diffuso in tutto il mondo. «Attenzione al fenomeno dell’istigazione al suicidio e agli esorcisti improvvisati. Le sette usano i social per trovare adepti, occorre rafforzare la Polizia postale». Don Buonaiuto è stato intervistato sul diavolo dall’attore Morgan Freeman. L’intervista andrà in onda domani negli Usa e poi in tutto il mondo con il National Geographic

Per sua natura il satanismo agisce in modo sotterraneo, occulto. È impossibile quantificare i numeri effettivi delle sette sataniche più o meno organizzate. Alcune sono improvvisate da giovani che si ritrovano e si uniscono attraverso iniziazioni attinte dal web o, come accaduto per le “Bestie di Satana”, attraverso riti di affiliazione ispirati da satanisti del passato o ripresi dallo spiritismo. Nel territorio italiano la presenza del satanismo è capillarmente articolata. Sono attive microsette sataniche in tutte le regioni. 

A diffondersi più rapidamente sono i gruppi del satanismo “acido” giovanile i cui adepti fanno uso di sostanze sintetiche. È un satanismo di basso livello, nel quale le droghe sintetiche equivalgono alla comunione di Satana e vengono usate proprio perché producono danni cerebrali. Per questo tipo di sette sataniche la morte psichica è più importante di quella fisica. 

Sono tre i tipi di sette sataniche in Italia. O meglio, sono tre le grandi aree tematiche: satanismo “acido” giovanile, satanismo del potere e satanismo apocalittico. Quello del potere coinvolge persone di livello socio-culturale più alto che entrano nella setta per raggiungere il successo o avanzamenti economici e di carriera: il leader gestisce e manipola gli adepti condizionando il comportamento dei singoli in virtù della sua autorità riconosciuta dal gruppo. Chi guida le sette sataniche del potere ha mezzi materiali da ostentare per adescare, reclutare e influenzare soprattutto persone attratte dal mondo dell’occultismo. Il satanismo apocalittico o pseudo-religioso usa un’antireligione per prevedere la fine del mondo e un futuro oscuro con continui rimandi a preveggenze e conoscenze ultraterrene acquisite dalle tenebre attraverso medium, stregoneria, spiritismo. 

Nel Duemila fu don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Giovanni XXIII, ad accogliere le richieste di tante persone, soprattutto genitori disperati che si rivolgevano a lui per chiedere aiuto. Erano casi di lacerazioni familiari drammatiche, di giovani scomparsi da casa o di adolescenti che improvvisamente avevano cambiato il loro comportamento in modo drastico. Da sacerdote molto pratico e concreto, don Benzi fece tesoro delle conoscenze acquisite a contatto diretto con i danni provocati da varie realtà settarie e decise, come era nel suo carisma, di dare voce a chi non ha voce riconoscendo anche nelle vittime delle sette persone estremamente vulnerabile e deboli. Il Telefono anti-sette nasce nel 2002 e dal 2006 collabora con la Sas, la Squadra anti-sette della Polizia di Stato in una sinergia di prevenzione e aiuto alle vittime delle sette.

In media al numero verde telefonano quindici persone al giorno. Cinquemila telefonate all’anno. Le segnalazioni in maggiore crescita riguardano le psico-sette, cioè quelle realtà che fanno ricorso a tecniche di manipolazione mentale e adescamento con la promessa di risolvere ogni problema della vita. Dopo una segnalazione, gli operatori cercano di promuovere un incontro conoscitivo con la persona che segnala un problema. Guardare in faccia chi chiama è fondamentale. 

Tre le modalità di intervento. Se il problema segnalato è di natura spirituale, la persona turbata interiormente è indirizzata verso un esorcista autorizzato con un mandato dal proprio vescovo (ce n’è uno in ogni diocesi). È inoltre in vigore un protocollo d’intesa con l’AIE, l’Associazione internazionale degli Esorcisti fondata nel 1990 da padre Gabriele Amorth. Se invece il problema è psichico chi chiama il numero verde è messo in contatto con i medici. Infine se dalla chiamata emergono problemi sociali, con probabili reati, l’accompagnamento è verso le Forze dell’ordine. Ognuno di questi tre percorsi ha difficoltà specifiche. Si tratta di persone molto spaventate, terrorizzate. Spesso hanno avuto esperienze negative in precedenti tentativi di segnalare gli abusi sofferti. Molte volte non sono stai creduti e capiti da varie istituzioni. Mancano una formazione e un coordinamento tra i diversi operatori. E a volte non c’è la volontà di capire. Per esempio, un errore frequente e gravissimo è quello di confondere le sette con minoranze religiose che invece devono liberamente poter operare. A favorire questa confusione è il fatto che molti guru, per raggirare gli adepti, usano un linguaggio spirituale, sacrale e anche biblico. 

Particolarmente difficile è credere ai bambini abusati. Verificare le loro esternazioni è straziante. I loro racconti sono talmente orribili che spesso chi raccoglie le loro parole ha la tendenza a non volerci credere. Per autodifesa inconscia si è portati a non credere a simili aberrazioni. Ricevere i racconti dei bambini abusati è un dramma. L’Italia è molto indietro nell’azione di contrasto a un fenomeno, quello degli abusi rituali sui minori, in continuo aumento attraverso anche la crescente diffusione della pedopornografia, della prostituzione minorile e del turismo sessuale. Formazione e coordinamenti non sono adeguati alla gravità dell’emergenza. Sul mistero del male sono state scritte intere biblioteche teologiche.

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Il cardinale Giacomo Biffi, indimenticato arcivescovo di Bologna, descrisse la «ribellione a Dio che accompagna dall’inizio il cammino dell’umanità: non c’è epoca storicamente conoscibile nella quale l’uomo non appaia segnato dal male». Nell’odierna società occidentale, secolarizzata e atea, le sette sono una delle più rilevanti manifestazioni del “mysterium iniquitatis”. 

Il diavolo «esiste davvero», ha assicurato più volte Papa Francesco, e nelle messe mattutine a Santa Marta ha ripetuto che la presenza del male è reale, tangibile. «A questa generazione hanno fatto credere che il diavolo fosse un mito, una figura, un'idea, l'idea del male - ha detto il Pontefice il 30 ottobre 2014 -. Ma il diavolo esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui». 

Una presenza reale che lavora dietro le quinte, insomma. Jorge Mario Bergoglio lo ha descritto con termini precisi: «È il bugiardo, il padre dei bugiardi, il padre della menzogna, è un seminatore di zizzania, fa litigare, induce nell’errore grave». E «il diavolo non ci butta addosso fiori ma frecce infuocate, per ucciderci». Per questo Francesco esorta a «prendere l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito che è la Parola di Dio». L’antidoto è «la fede e la consapevolezza che la vita cristiana sia una milizia, una lotta: si deve combattere, non è un semplice scontro, è un combattimento continuo». 

Torquato Tasso il diavolo appare con una «gran fronte» adornata da «gran corna», una «orrida maestà» dall’«irsuto petto», per Thomas Mann, invece «è un uomo piuttosto allampanato, non alto, con un berretto sportivo tirato su un’orecchia». Belzebù, Asmodeo, Behemoth, Lucifero, Mefistofele, Satana: il principe del male ha molti nomi ed è descritto con fattezze differenti. A metà ottocento il poeta francese Charles Baudelaire sosteneva che «la più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste». Nel 1953 lo scrittore cattolico Giovanni Papini argomentò che «l’ultima astuzia del diavolo fu quella di spargere la voce della sua morte». Una convinzione condivisa dal collega agnostico André Gide: «Non credo nel diavolo. Ma è proprio quello che il diavolo spera, che non si creda in lui». Spesso si abbina la parola «setta» al satanismo e si pensa sia solo una questione antireligiosa. E invece non tutte le sette sono sataniche, ma tutte sono diaboliche perché separano l’individuo da se stesso, dal suo ambiente vitale, dai suoi cari, dalla vita, dal lavoro.

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