Tangenti ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Per queste accuse 5 persone sono state arrestate, tra Roma e Frosinone, dai carabinieri. Al centro dell’indagine della Dda della procura di Roma le continue pressioni esercitate da un politico locale nei confronti dell’imprenditore, Lorenzo Scarsella di 28 anni. Vere e proprie intimidazioni che Pio Riggi, consigliere comunale di Ferentino, non faceva direttamente. L’uomo utilizzava, infatti, suoi contatti legati ad un clan della Camorra. Una tangente che con il tempo era cresciuta: dal 5% sul valore di 6 milioni di euro, era poi arrivata a 1 milione di euro.

L’inchiesta dei carabinieri della Compagnia di Tivoli, coordinata dall’aggiunto Michele Prestipino, è partita dalla denuncia del giovane imprenditore che il 4 febbraio scorso ha raccontato delle richieste di denaro sempre più insistenti. Tutto sarebbe iniziato dopo la vittoria della piccola azienda di un appalto di circa 6 milioni di euro utile alla costruzione e alla gestione di loculi presso il cimitero del comune di Ferentino. Il politico locale sosteneva di aver aiutato l’imprenditore a vincere l’appalto e pretendeva in cambio una parte dei soldi. Era pronto a tutto pur di ottenere il denaro, perfino a coinvolgere personaggi contigui ad un clan camorristico di Napoli centro, stanziati ormai da tempo nella Capitale. Gli stessi hanno agito sfruttando la forza di intimidazione del clan, utilizzando armi, ma anche mediante veri e propri raid nella sede dell’azienda. Un’organizzazione criminale composta da Ugo Di Giovanni e Gennaro Rizzo, entrambi legati ai clan di Napoli. Rizzo era rimasto già coinvolto nella gambizzazione di un fantino avvenuto nel febbraio 2012, a Tor Pagnotta, una storia per la quale era stato condannato. Per lo stesso episodio Di Giovanni era stato invece assolto. Non solo. Legato a questi due esponenti della Camorra c’è anche Emiliano Sollazzo, romano della Magliana. A fare da tramite tra questi tre e il consigliere comunale di Ferentino era Luciano Rosa. L’inchiesta della Dda andranno avanti: si indaga sui rapporti tra i clan e il consigliere comunale.

«Tutta questa situazione mi stava distruggendo la vita. Per mesi mi sono state fatte pressioni fino a farmi diventare vittima di una estorsione gravissima. Sono contento di essermi rivolto ai carabinieri di Tivoli che voglio ringraziare pubblicamente e sono soddisfatto che finalmente la giustizia abbia fatto il suo corso», ha spiegato l’imprenditore, difeso dall’avvocato Enrico Gallinaro, che ha aggiunto: «Rimango fiducioso che ora, finalmente, dopo 6 anni, riuscirò ad iniziare i lavori dell’ampliamento del cimitero comunale di Ferentino, come meritano tutti i suoi cittadini che mi hanno dato fiducia».

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